Addio a Pito’, il suo bar fece la storia per 50 anni
29 Febbraio 2024 Condividi

Addio a Pito’, il suo bar fece la storia per 50 anni

Dietro al bancone era un “cacciaparole”, di quelle persone consapevoli che il lavoro di barista va ben oltre la semplice somministrazione. Barzellette eleganti, caffè dalle tre c (“cavolo come coce”) e un’atmosfera che sapeva di casa avevano fatto breccia nel mosaico cittadino. Il suo L’Aquila Bar era posto all’inizio della Rotonda, lì dove strade della città si intrecciano e i destini, in qualche modo, si fondono. Un luogo che ha visto passare il tempo con grazia e gentilezza, accogliendo le risate e le storie di una comunità intera. E la saracinesca del bar, rimasta abbassata già da 11 anni, segna ancora adesso una pietra miliare nella storia cittadina.

Luciano Pitone – Pito’ per tutti – scomparso oggi all’Aquila, quella pietra se l’era scolpita giorno dopo giorno, per oltre 50 anni. Sin dal 1963, quando insieme a suo padre Nello aprì le porte del bar per la prima volta in via Fontesecco. Il trasloco del locale in viale della Croce Rossa nel 1986 ha segnato un nuovo capitolo nella storia del bar.

La nuova posizione, a ridosso della Rotonda appunto, è diventata un punto di riferimento per calciatori, rugbisti e tifosi, un luogo di ritrovo dove le passioni sportive si intrecciavano con le amicizie sincere. E così, tra una partita e l’altra, il bar di Pitò è diventato il cuore pulsante della vita sociale aquilana. Nella nuova location il bar divenne il punto di riferimento per lo sport in città.

“Questo era il covo dell’Aquila Calcio – ricordava volentieri ai suoi clienti – specialmente dal ‘90 al ‘94 quando la squadra tornò in serie C. Eravamo una famiglia. Ci si vedeva la sera, i giocatori ci venivano a trovare con mogli e fidanzate, ufficiali e non. E poi venivano spesso anche quelli della palla ovale”.

L’evoluzione della città nel post-sisma ha reso le cose più difficili, in quanto molti bar si sono ricollocati tra il viale della Croce Rossa e Corrado IV. Di qui la scelta di chiudere nel 2013, cosa che non ha evitato a Pitone di ricevere – dieci anni più tardi – l’onorificenza dell’Aquila di Diamante per il commercio. Ma più delle medaglie e dei riconoscimenti, ciò che in questi anni è mancato agli aquilani sono i momenti condivisi nel bar.