Il ministro Roccella: allarme nascite, contromisure per l’Abruzzo
3 Marzo 2023 Condividi

Il ministro Roccella: allarme nascite, contromisure per l’Abruzzo

Il trend è nazionale, ma i dati sono motivo di particolare attenzione per il capoluogo e un po’ per tutta la provincia aquilana, un’area geografica il cui sviluppo urbano fa i conti con le dinamiche di ricostruzione post-sisma. Anche L’Aquila ha un saldo negativo: rispetto alle mortalità, le nuove nascite sono dimezzate, con un rapporto di 700 morti annuali contro 400-450 bebè.
Dati che ieri sono stati sottoposti all’attenzione del ministro per Famiglia, natalità e pari opportunità, Eugenia Roccella, che ha aperto il programma di appuntamenti promossi dall’amministrazione comunale nell’ambito dell’iniziativa “Marzo in rosa”.
“Inverno demografico: quale futuro per l’Italia?” è stato il tema del dibattito, moderato dai giornalisti Diodato Pirone e Luca Cifoni, autori del volume “La trappola delle culle”.
Un confronto che si è tenuto nella sala Rivera di palazzo Fibbioni a cui, oltre all’esponente del governo, hanno preso parte il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, l’assessore alle Pari opportunità, Ersilia Lancia, e l’assessore regionale alle Aree interne, Mario Quaglieri.

AREE INTERNE
«Abbiamo iniziato a prendere già contromisure allo spopolamento nella Finanziaria», ha detto il ministro, «per quanto gli spazi fossero ristretti e per quanto fossimo appena insediati. Abbiamo comunque già investito 1,5 miliardi sulla famiglia e quindi sulla natalità e anche sull’assunzione di donne e giovani, ed è solo l’inizio. Bisogna inoltre promuovere un’alleanza con i territori, con gli enti locali. L’Abruzzo ha fatto molto da questo punto di vista. Parliamo di una delle regioni che ha più considerato centrale il problema della demografia, conoscendo bene quali sono le ricadute del problema demografico, del crollo demografico, soprattutto nelle aree interne».

LE STRATEGIE
Di fatto, il rapporto popolazione giovane-popolazione anziana, con 5 milioni di italiani in meno stimati dall’Istat nel 2050, apre a problematiche «dalle molte facce: un problema che non investe solo l’Italia, investe anche l’Europa ma anche tanti Paesi del mondo, anche i Paesi terzi. Parliamo», ha detto ancora il ministro, «sicuramente di un problema che è anche socio-economico: da questo punto di vista continuiamo a intervenire e lo faremo man mano che liberiamo risorse. Ma è anche una questione culturale, sui cui intervenire tornando a dare valore alla materialità, alla genitorialità».
Per il ministro è importante «ribadire il valore sociale della maternità. Essere madri deve essere considerata una cosa di prestigio, come dire per esempio “sono una donna in carriera”. La materialità e la genitorialità», ha sottolineato, «sono “lavori” che si fanno non soltanto per se stessi, si tratta di lavori di cura che si porta avanti per l’intera umanità». Opportuno anche fare attenzione al percorso maternità. «Sulla fertilità c’è poca informazione», ha sottolineato Roccella, «poca tutela e poca prevenzione».
IL CONFRONTO
Il primo cittadino, Pierluigi Biondi, ha indicato le questioni sollevate nel convegno come prioritarie. «Per cercare di affrontare un problema ormai strutturale, quale è quello del calo delle nascite», ha detto, «occorre ripensare il sistema della politica di coesione, che non può non tener conto delle città intermedie come la nostra, cerniera di un sistema disequilibrato formato dalle grandi aree urbane e metropolitane del Paese e quelle più periferiche. Valorizzare il sistema di servizi come scuole, sanità e infrastrutture può essere un’opportunità di sviluppo e crescita per l’intero territorio Ed è in tal senso che va letta l’operazione che stiamo portando avanti, con il ministro Andrea Abodi, per l’istituzione all’Aquila di un hub per la formazione di giovani, che punti alla loro professionalizzazione e creazione di competenze spendibili sul mercato del lavoro».

EMICICLO
Anche il presidente della giunta regionale, Marco Marsilio, ha ricevuto il ministro Eugenia Roccella in visita nella sede del consiglio regionale dell’Abruzzo. Accolto dal presidente del consiglio, Lorenzo Sospiri, il ministro ha recepito diverse istanze sulle politiche regionali in tema di natalità e pari opportunità. All’incontro erano presenti il prefetto dell’Aquila, Cinzia Torraco, la garante regionale per l’infanzia, Maria Concetta Falivene, il presidente della Commissione regionale pari opportunità, Maria Franca D’Agostino, e Monia Scalera, commissario della commissione adozioni internazionali.

LE INIZIATIVE
Gli appuntamenti del “Marzo in rosa” continuano la prossima settimana. Martedì 7 e mercoledì 8, su proposta dell’Anci, per solidarietà alle cittadine afghane e iraniane, la Fontana luminosa sarà colorata di giallo. Sempre mercoledì, Giornata internazionale della donna, è previsto un incontro con Shahed Sholeh, referente dell’Associazione delle donne democratiche iraniane in Italia (Addi). Giovedì 9, alle 21, al Ridotto del teatro comunale, lo spettacolo teatrale con Debora Villa “Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere”. Il 10 marzo, dalle 10.30, il convegno “365 giorni donna”, a palazzo Fibbioni. Chiude il cartellone, il 18 marzo nel centro studi La Meta, l’iniziativa “Un momento tutto mio”, dalle 10 alle 19. «Con appuntamenti come questo l’amministrazione ha inteso sensibilizzare l’opinione pubblica su una tematica che interessa l’intera comunità. Una discussione, quella con il ministro, molto importante che sicuramente potrà ispirare l’amministrazione per attuare ulteriori e maggiormente incisive politiche per le famiglie», sottolineato l’assessore Lancia, «stiamo puntando molto su strategie efficaci per questo tipo di problematiche».

Protesta solitaria: donna con un cartello invitata a uscire da palazzo Fibbioni

È stata invitata a uscire dalla sala Rivera di palazzo Fibbioni, sede del consiglio comunale dell’Aquila, all’inizio del convegno, aperto al pubblico, “Inverno demografico: quale futuro in Italia”. La donna ha potuto esporre solo all’esterno il cartello che aveva con sé. Protagonista della contestazione isolata la signora Luigia De Biasi che sotto ai portici di San Bernardino ha esposto un cartello a firma del Movimento femminista proletario rivoluzionario. «Dopo aver armato la mano dei nostri oppressori», si legge, «ci uccidete in mare insieme ai nostri figli e finanziate chi ci tortura e ci stupra. Parlate di sacralità della vita di inverno demografico, ma chi ci uccide sul lavoro, sul Pcto o a casa, dove ci ricacciate con le vostre politiche lacrime e sangue, resta sostanzialmente impunito». Di qui l’accusa: «Parlate di Dio, patria, famiglia e figli, ma in nome del vostro Dio ci reprimete e opprimete. Ci vuol ben altro», si legge nelle battute conclusive del cartello, «che un’operazione di cosmetica, o di una presa in giro come il vostro 8 marzo, per cambiare la nostra condizione». Luigia De Biasi ha attaccato il cartello su una colonna del porticato. «Altro non posso fare», le sue parole, «all’interno mi è stato impedito di esibirlo come se fosse un problema avere idee alternative».

Fonte: il Centro