Genziana e Spritz per Aperol Rock in Venice
Con un bicchiere di Spritz in mano, esce da un bar nel centro. Attraversa le calli della Serenissima, i ponti, i canali. Fino a raggiungere il Lido di Venezia e – più precisamente – l’aeroporto Nicelli, antico scalo nazionale. Lì il calice incrocia quello di Federico Russo che poco darà il via ad “Aperol Rock in Venice”. Sul palco, in ordine sparso, il direttore dell’esecuzione Maurino Dellacqua, Achille Lauro e Fabio Zaffagnini, fondatore del supergruppo Rockin’1000, schierato sul prato a ridosso della struttura, in una rappresentanza di oltre 500 musicisti.
Strumenti alla mano, quelli di Rockin’1000 propongono una setlist list di dieci brani, tre dei quali insieme ad Achille Lauro: “Me ne frego”, “Domenica” e “I giardini di marzo”, cover di Lucio Battisti con tanto di inaspettato quanto efficace omaggio ad Enter Sandman dei Metallica sulla coda finale. Oltre 1.000 gli spettatori di Rock in Venice, coinvolti anche loro nel videoclip ufficiale, realizzato live proprio nel corso dell’esperienza. Un progetto realizzato nell’ambito di una partnership fra il Gruppo Campari (titolare del marchio Aperol) e la città di Venezia per il tramite della società Vela spa. Non si tratta della prima volta in cui la nota bevanda collabora con “la più grande band del mondo”. Infatti, già nel 2020, ci fu un’altra iniziativa targata Aperol in collaborazione con Rockin’1000, dal titolo #TogetherWeCan in cui fu realizzata una cover di “Una musica può fare” di Max Gazzè per supportare la Protezione Civile italiana nell’arco dei primi mesi di emergenza Covid.
Tra le ultime prove e l’ingresso in scena, i musicisti si preparano nell’hangar del piccolo aeroporto e ciascuno inganna l’attesa come può. Manuele Santinon, “il sindaco di Rockin’1000”, guida la sezione fiati in una jam estemporanea. In una mano il trombone, in un’altra una bottiglia di prosecco. Qualcuno si mette in ascolto volentieri bagnando le labbra con del nocino. Un sorso per uno non fa male a nessuno. Poco più a lato, il gruppo di abruzzesi presenti si dispone per una foto chiedendosi se sia lecito mischiare lo spritz con il Montepulciano, oppure la genziana. In verità la genziana nello spritz è già stata sdoganata. Rientra tra le specialità di un locale di Pineto (Teramo).
Di qualche chilometro più avanti, ossia di Atri, è originario il padre di Cristina Ferretti: cantante e chitarrista romagnola del supergruppo. Altro musicista dell’Emilia Romagna, ma con sangue abruzzese, è Cristian Paganica, bassista residente a Granarolo dell’Emilia, ma originario di Pratola Peligna (L’Aquila).
In formazione anche il batterista Decio Telegrafo Chiarito, originario di Pescara che ora vive a Monopoli (Bari). Ha dovuto rinunciare negli ultimi giorni il sassofonista Vincenzo Salce di Torre dei Passeri (Pescara). Sempre restando in tema, vale la pena menzionare il carismatico chitarrista, avvocato e guru del “Popoli Sound”, Vincenzo De Sanctis che ha alle spalle diversi concerti targati Rockin’1000. Con Decio e Salce era parte della cult band Agua Calientes. Sui social, a fine concerto, si diverte a elencare i vari motivi per cui vale la pena suonare a Rockin’1000:
Parte 1: amici che non vedi mai ma che sembra facciano parte della tua vita da sempre
Parte 2: le ragazze sono belle, ma le “milline” sono più belle!!!
Parte 3: abruzzesi a Venezia (il topic che stiamo trattando)
Parte 4: band figa a distanza che finalmente si riunisce
Parte 5: le Telecaster
Parte 5/bis: beh questa è da fascia protetta
Parte 6: le amicizie di una vita
Parte 7: il riposo del guerriero (su una poltrona griffata Aperol)
Altro batterista in formazione, Paolo Villa, anche lui al suo esordio in Rockin1000. Vive a Mogliano Veneto, ma entrambi i genitori sono di Popoli (Pescara) e lui ha sempre mantenuto uno stretto legame con il paese, suonando anche al “Popoli Sound” fin dalla prima edizione.
Completano la foto di gruppo di abruzzesi “millini” i due cantanti aquilani Andrea Martinelli e Fabio Iuliano. Tutti ricorderanno a lungo l’esperienza elettrizzante appena vissuta, domandandosi spesso quando potrà essere ripetuta.