Ovidio e Shakespeare per celebrare Proietti
«Giacché sei morto, ecco, profetizzo: / dolore farà seguito ad amore; / lo affiancherà la gelosia, e dolce / sarà l’inizio, amara la sua fine; mai stabile, ma troppo o troppo poco, / che mai valga la pena il suo piacere».
Nel 1593, un’epidemia di peste provoca la chiusura dei teatri, dando il tempo a William Shakespeare di comporre “Venere e Adone”, un poemetto ispirato a uno dei miti più famosi tra quelli raccontati delle Metamorfosi di Ovidio. Versi in cui il desiderio, le sofferenze, la fisicità di una Venere «famelica» e appassionata si scontrano con la purezza disinteressata di Adone, bellissimo eppure ancora votato a un mondo puerile, fatto di battute di caccia e giochi da adolescente.
La voce di Venere, splendidamente modulata anche nel canto da Melania Giglio, interpreta i versi riportati all’inizio dando all’adattamento teatrale un carattere unico. Un adattamento che ha debuttato a luglio 2020 per tornare in scena due settimane fa al “Gigi Proietti Globe Theatre Silvano Toti” di Roma. La struttura teatrale ne ha anche curato la produzione, con la regia di Daniele Salvo. Sabato 25 settembre, dopo una tappa a Taormina, lo spettacolo arriverà nel capoluogo peligno, patria di Ovidio e città di residenza di Patrizio Maria D’Artista che ha composto le musiche di scena.
«Il Novecento ha razionalizzato irrimediabilmente le pulsioni dell’animo umano, le ha ingabbiate, catalogate ed educate. Shakespeare riesce ancora a comunicare in modo diretto, “puro”; ci fa entrare nel vivo della disperazione, della rabbia, della dolcezza, della sensualità», commenta il regista Salvo. Sul palco Melania Giglio (Venere) è affiancata da Riccardo Parravicini (Adone), Gianluigi Fogacci (William Shakespeare, il narratore). I costumi sono firmati da Daniele Gelsi, le scene da Fabiana Di Marco, il disegno luci da Umile Vainieri, il disegno audio da Daniele Patriarca. La direzione tecnica è di Stefano Cianfichi, assistente alla regia è Alessandro Guerra.
Grande soddisfazione per D’Artista per questo appuntamento al teatro Caniglia. «Questa particolare e difficile stagione teatrale di prosa giunge a compimento con uno spettacolo molto significativo per Sulmona», osserva il compositore, «e non solo per il legame tra Shakespeare e Ovidio, che in questo testo è particolarmente evidente. “Venere e Adone”, infatti, è stato uno degli ultimi spettacoli promossi dal Globe Theatre di Roma con la direzione artistica del grande Proietti, che proprio qui a Sulmona nel 1976 allestì lo spettacolo “A me gli occhi”, divenuto poi uno dei suoi più grandi successi e volàno per la sua immensa carriera».
Proprio in virtù del legame tra Gigi Proietti e la città di Sulmona, il 25 settembre (ore 21) le figlie del maestro, Carlotta e Susanna Proietti, saranno in platea al Caniglia, e al termine dello spettacolo saranno protagoniste di un momento di omaggio del teatro e della città al grande artista a quasi un anno dalla sua scomparsa.
Nel weekend, il cortile del Palazzo San Francesco a Sulmona ha ospitato lo spettacolo “Tarabaralla – il tesoro del Bruco baronessa”.