L’Aquila, la strana isola pedonale
Il leggero vento della sera rende piacevole la passeggiata. Non è proprio fresco, però nulla a che vedere con le temperature del giorno. Le mascherine all’esterno non sono più obbligatorie, tanto più che le vie del centro non sono affollate. A camminare ci si sente un po’ meno impacciati. I tavolini allestiti dai Due Magi sono quasi tutti pieni. Alcuni giovani alternano latinoamericano e reggaetón a musica cantautoriale. Ivan Graziani lo offre la casa, chitarra e voce. Direttamente dall’impianto, invece, parte La Bomba, il pezzo dei King Africa che ha fatto la fortuna degli Azul, Azul. Qualcuno accenna dei movimenti vagamente sensuali.
Ma a stonare non è certo l’accostamento improbabile di generi musicali, quanto invece il fatto che le macchine sono sempre lì, ai lati di piazza Duomo. E questo, nonostante l’entrata in vigore dell’Area pedonale urbana temporanea, la prima in Corso Federico II (da via dei Giardini in su), via Simeonibus (da via dei Ramieri a via dell’Arcivescovado), via Sassa, piazza San Biagio, via Indipendenza, piazza San Marco e piazza Duomo appunto.
«Le regole ci sono e sono anche ben precise», spiega Marco Carosone, patron del locale, «ma la testa alla gente non la cambi da un giorno all’altro. Ci servono controlli, così come iniziative di sensibilizzazione nei confronti sia di chi lavora in centro, sia di chi viene da queste parti a fare serata».
Le impressioni del gestore, che è anche dj e ha visto negli anni l’evoluzione delle serate aquilane, non sono poi diverse dal libraio Roberto Maccarrone, che da qualche anno a questa parte ha aperto un punto vendita Mondadori nei locali adiacenti. «Mi risulta difficile immaginare», sottolinea quest’ultimo, «un’area come piazza del Duomo a Milano in balia delle auto. Qui invece non si riesce a gestire l’accesso pedonale. Due anni fa, d’estate, per permettermi di organizzare degli eventi letterari davanti alla libreria, dovevo venire qui alle 6 di mattina e occupare i posti auto antistanti con le mie due auto. Solo così riuscivo a tenere dello spazio libero per accogliere il pubblico. Inutile qualsiasi altra misura».
Francesco De Francesco, gestore di un bar sulla piazza, oltre che del Barbarossa, nell’immediata periferia, si dice da una parte «favorevole all’isola pedonale, come misura in grado di valorizzare la vita nel centro storico. Però mancano i servizi, le aree parcheggio. Non si può dare tutto per scontato, a partire dalla programmazione».
Un parere simile quello di Luca Rosone della vicina libreria Colacchi. Di recente, il Comune ha individuato 159 nuovi posti auto da riservare ai residenti del centro storico, tramite delimitazione con apposita segnaletica orizzontale e verticale. Ma il nodo è relativo alle persone che arrivano in centro da fuori, oppure a quelli che lavorano negli uffici pubblici e privati, così come nei tanti cantieri della ricostruzione.
«L’altro giorno, qui sul corso era un viavai di camion», rimarcano dalla libreria, «difficile parlare di passeggiate libere, quando ti trovi tutti questi mezzi pesanti». Monopattini elettrici pay as you go (paghi solo la tratta che ti serve), bici noleggiate gratuitamente – il servizio è disponibile da Carrefour – rischiano di lasciare il tempo che trovano senza un’adeguata programmazione o senza un impegno da parte di tutti a entrare in centro con la macchina il minimo indispensabile.
«Spesso», sottolinea Yesenia Moreno, «trovo l’area carico-scarico occupata da auto in sosta e mi trovo a cercare insieme ai vigili urbani una soluzione alternativa. Non è facile lavorare così. Servirebbe più rispetto».
Originaria del Venezuela, ha aperto il suo pub En la Plaza in piazza Palazzo.
«Confido in un’isola pedonale funzionante», sottolinea, «sarebbe veramente un tocco di stile per questa città».
Troppo presto, comunque, per tirare le somme sulla risposta degli aquilani alle nuove regole sulla viabilità in centro storico.
«Il vero banco di prova», commenta Antonio Tresca del Vermuttino in piazza Regina Margherita, «sarà il fine settimana con tantissime famiglie in giro per la città a fare la differenza. Lì si vedrà se tutto il sistema di controlli e indicazioni regge».