Ricercatrice, cantante, polistrumentista ma sopra ogni cosa artista a tutto tondo che vanta collaborazioni internazionali. Claudia Bombardella è tornata in scena con un singolo registrato, missato e masterizzato da Marzio Benelli, un brano dall’inevitabile peso sociale e artistico, determinante e definitivo per molti aspetti.
La celebre “Working Class Hero” di John Lennon rivista e codificata nel suono e nella forma dall’artista in prima persona in una bellissima versione intima e privata, di luoghi e di oggetti, di tensione spirituale e di lavoro fisico delle nude mani.
Il tutto arricchito da un videoclip che raccoglie immagini girate da Stefania Cocozza della RadiciMusic Records e da Roberto Galassini, direttore della fotografia a livello internazionale e artefice di videoclip della scena pop negli anni ’90/2000. Una lisergica dimensione umana, di lavoro manuale e di fatica, di rivalsa sociale e di quel sottile bisogno di restituire ai diritti umani quella voce troppo spesso deviata dalle grandi politiche mondiali.
L’ispirazione a lavorare su un testo così impegnato e provocatorio del leggendario John Lennon è nata su commissione per un documentario di Marisa Artioli (presentato al Festival della letteratura di Mantova nel 2014) a seguito della chiusura della cartiera di Burgo. Da frammenti descrittivi è poi confluito in un brano unico.
L’arrangiamento semplice ma intenso, decisamente drammatico, sostiene il canto di denuncia, talvolta ironico (seppur amaro) attraverso la memoria del “megafono” talvolta disperato o narrativo in un andamento sempre più marziale. Gli strumenti usati sono a servizio della poesia, la Sansa, quasi surreale ci introduce al sogno lucido, il violoncello ci riconduce all’ora, alla profondità delle parole di Lennon, la fisarmonica ne sottolinea il dramma, le percussioni l’inesorabilità.
Un’espressione chiara, senza sdilinquimenti emotivi, ma piena di vitalità anche nelle scelte melodiche, infusa di gratitudine per il grande poeta e mente straordinariamente visionaria di John Lennon.
Se si osserva con attenzione il curriculum che descrive la lunga carriera di Claudia Bombardella si capisce subito che la musica è presente da sempre e in modo profondo nella sua vita e che il filo che lega tutto il lavoro di ricerca è la passione e l’instancabile voglia di scoprire piccole nuove sfumature contenute dentro ad ogni suono.
È in questa ottica che negli anni porta avanti una ricerca appassionata, attenta e meticolosa, approfondendo con costanza lo studio di vari strumenti e della voce. Inizia giovanissima col sassofono studiando in modo a volte anche esasperato la tecnica del baritono, per passare poi al violoncello e alla fisarmonica per esigenze compositive.
Allarga il campo poi a vari tipi di clarinetti, allo steel drum e a tutta una lunga serie di strumenti etnici che le servono per dar vita allo spettacolo “Leggende, strumenti e voci dei popoli” storia del Grung, mitico uccello migratore della tradizione Armena.
Il percorso di studio sull’emissione della voce naturale la porta a ricercare per i suoi spettacoli testi originali in varie lingue e a studiarne il suono ed è così che la si sente cantare in armeno, mongolo, inuit, persiano, sefardita, ungherese, norvegese, zingaro senza peraltro dimenticare lingue come il francese, il tedesco, lo spagnolo o l’inglese.
“Dentro al suono di ogni lingua è nascosto il segreto di un popolo…”
Di pari passo con la ricerca va il fervido lavoro di compositrice di Claudia Bombardella: senza sosta da vita a melodie, tante ed originali e arrangia i brani per i musicisti che collaborano con lei. Anche se molta della sua musica resta inedita, escono 10 Cd che ricevono nel tempo vari riconoscimenti e importanti recensioni da riviste italiane e internazionali. Con le sue formazioni e progetti si esibisce in Italia e nei maggiori festival europei. Vince il premio “Teresa Viarengo 2008” riservato ad artiste impegnate nella interpretazione di musica tradizionale ed etnica.
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Nell’ultimo decennio si dedica intensamente al lavoro di ricerca sulla “vocalità e creatività” tenendo seminari a Firenze, Roma, Madrid, Valencia, Montpellier, Udine, Bergamo, Namest (Cecoslovacchia), Terranuova Bracciolini e Massa. Una ricerca che guarda l’uomo da un punto di vista psico/energetico attraverso un percorso di lucida immersione nel suono, che attiva una consapevolezza sempre più sottile del proprio potenziale vibratorio e risonante. Tale percorso è anche una via di accesso alle parti più remote di noi stessi e consente di inoltrarsi nel mondo della tensione/distensione, armonia/disarmonia dell’intero essere.