“Suonare le Fender è un’arte a sé: se solo pensi a tutte le volte che si scordano”, diceva Ritchie Blackmore dei Deep Purple.
A sinistra, Marylin Monroe. Dal lato opposto della parete, Audrey Hepburn. Al centro la divina Sofia. “È lei la mia preferita: a 85 anni il suo fascino resta immutato, altro che la Lollo“. Non ha dubbi Roberta Maurizio, che ha scelto le tre signore del cinema per decorare uno degli angoli del bar Amnesia. Scatti iconici in bianco e nero che spiccano sulle sfumature di viola, dal colore pieno fino al rosso porpora che ti confonde i sensi, tra le luci soffuse.
Roberta guarda la parete. Ha un volto di quelli di cui fai fatica a giudicare l’età. Più che altro, guai a chiedere delucidazioni in merito: ti gelerebbe con uno sguardo, pur senza smettere di sorridere, consapevole che quando sei dietro al bancone, queste schermaglie fanno parte del gioco: “Come ti viene in mente di chiedermi quanti anni ho?” direbbe, con voce decisa.
Nella foto centrale, la Loren ha un calice in mano, davanti a due occhi in cui ti puoi specchiare. Un tocco di femminilità regalato a un locale già arredato con stile prima del passaggio di testimone.
Fino a qualche tempo fa, al timone c’era Maurizio Mattei, ora c’è Roberta ad assicurare la continuità con una nuova gestione, coadiuvata da baristi come Gianluca Desideri che si è fatto le ossa in locali come Magoo e Samoa, il buon vecchio Mythos.
Il bar Amnesia si presenta così: vetri trasparenti al piano terra del centro commerciale Agorà, a due passi dall’ospedale San Salvatore. No stop dalle 6 di mattina fino a chiusura, di solito alle 21 anche se spesso si tira tardi, specie quando c’è un djset o un gruppo con la musica dal vivo. Anche questo fa parte del tocco personalizzato di Roberta, una vita a organizzare eventi in giro per l’Abruzzo, Pescara e Teramo, anche al mitico ex Millennium. Non solo, diverse le collaborazioni sulla costa, come con le Golden Stars di Tortoreto, una serie di appuntamenti per allungare la stagione estiva.
La sfida ora si gioca tutta in questa sala: “Amnesia”, spiega, “per ora è per me una casa, purtroppo o per fortuna, le cose non vanno sempre come ti aspetti, ma è bello percepire l’energia di chi viene qui a fare serata con noi. È la forza che mi aiuta ad andare avanti”.
Neanche il tempo di finire la frase, che dal bancone spunta la Stratocaster di Nando D’Eramo, a scandire un riff anni Settanta. Lo stile, inconfondibile, è quello dei Deep Purple e lui suona con i Dip Parpol in Big Rock, un gruppo di persone che fa musica insieme da quarant’anni.
Ho intercettato il bar proprio grazie a loro, con il collaudato metodo Follow the music. Mi era capitato già di raccontare la storia di Nando e di Roberto Alfonsetti. Sin da adolescenti si divertivano a strimpellare insieme ora a casa di uno, ora a casa dell’altro. Il primo aveva già una chitarra, il secondo cercava di tenere il ritmo picchiando su secchi e cartoni. Mancavano gli strumenti, ma un po’ mancavano anche le idee.
Così, Roberto si fece dare i soldi da sua madre per comprare dei dischi. All’epoca, se volevi provare qualcosa di nuovo, dovevi andare alla Standa. Il commesso si trovò a consigliare un live che cambiò per sempre le vite e i gusti musicali dei due: era “Made in Japan”, uno dei capisaldi dei Deep Purple.
Il resto è storia, fatta di piccoli grandi concerti, dal primo in assoluto nella parrocchia di Santa Rita, al duetto con Ian Paice, leggendario batterista dei Purple, per coronare i sogni di qualsiasi cover band. Era il 29 ottobre 2016, proprio in occasione di Golden Stars a Tortoreto. La formazione più recente vede anche Pierpaolo D’Amico alla voce, Pierangelo Castellani alle tastiere e Antonello Ianni al basso.
Si suona anche in acustico, con Giuseppe Signori e Annalisa Panone. Mentre, alla consolle vedi alternare Claudio Corna e Gianluca Vanni. Venerdì 11 ottobre, poi, l’omaggio agli Acdc con i Corrente alternata.