Architecture in the sky, foto per ricostruire
12 Settembre 2019 Condividi

Architecture in the sky, foto per ricostruire

Visuali inedite tra le pareti del Vermuttino, il cockail bar di corso Vittorio Emanuele all’Aquila, all’angolo con piazza Regina Margherita. Protagonista è il costruito, declinato in elementi semplici e antichi contrapposti a forme contemporanee, complesse e dinamiche.

C’è tutto questo “Architecture in the sky”, il progetto fotografico di Lorenzo Nardis, con immagini che si aprono tra due file di bottiglie, a ridosso del bancone, e le mensole più a ridosso del soffitto, fino a riempire le pareti di fronte e un po’ tutto il locale.

Ogni scatto accompagna lo sguardo dal basso verso l’alto, l’architettura si anima e si confronta con il cielo diventando parte di un unico disegno. E lo sguardo verso l’alto ha forse poco di spirituale, almeno in apparenza, ma corrisponde a una prospettiva ben precisa cercata e catturata dal sistema ottico della fotocamera.

Del resto, Lorenzo non è un solo un fotografo. Nato all’Aquila 37 anni fa, lavora nel capoluogo come architetto dopo essersi laureato a Firenze, con una tesi in progettazione architettonica dal titolo “R3AQ: L’Aquila, Riappropria, Ridefinisci, Riaggrega”, progetto di ricostruzione e riqualificazione di un quartiere nel centro storico.

Dal 2010 collabora con lo studio di famiglia alla redazione di progetti di riparazione e restauro di edifici danneggiati dal sisma. I suoi scatti raccontano la sua evoluzione professionale, ma anche il suo bagaglio personale di viaggi ed esperienze, a caccia di angoli di luce.

Una delle foto esposte (Lorenzo Nardis)

Quella stessa esperienza che sarebbe felice di mettere a disposizione della sua città, alla pari di tanti suoi coetanei, al rientro dopo un periodo di studio o lavoro fuori.

Primo fra tutti, Antonio Tresca, titolare del Vermuttino, che ha aperto il bar mettendo a frutto un know-how maturato nel Nord Italia.

“Negli anni sulle Alpi, dove ho lavorato come istruttore di snowboard”, ricorda a Virtù Quotidiane, “mi sono innamorato del Vermut. Tornando all’Aquila ho deciso di aprire un locale dedicato al liquore e ai suoi cocktail collegati. Ho sempre cercato di creare, attraverso il mio lavoro, sia dietro al bancone, sia sulla neve, occasioni di incontro e di confronto per la mia gente”.

Quale occasione migliore di mettere le pareti del proprio locale a disposizione di chi vuole esporre la propria arte? “Così ho coinvolto Lorenzo: il mio modo per dire alla città che qui c’è uno spazio alternativo ma complementare a quello delle gallerie già esistenti. Uno spazio per fotografie e arti grafiche, magari per dare la possibilità a chiunque me lo chieda di esporre le proprie opere e confrontarsi sulla propria visione artistica”.

Un progetto che è solo all’inizio e che magari potrebbe trovare riscontro in proposte analoghe da parte di gestori di altri locali cittadini.

Altra immagine dell’esposizione (Lorenzo Nardis)

Ma se il calcio d’inizio di questo progetto lo affidi a uno come Lorenzo Nardis, sai che la partita non è limitata al concetto di art pour art. Anche se gli scatti dedicati all’Aquila rappresentano solo una piccola parte di un’esposizione che rende omaggio ai maestri di Roma, Firenze e alla Valencia di Santiago Calatrava, Architecture in the sky accompagna l’auspicio orientare la ricostruzione del centro storico con una visione d’insieme, anziché con una serie di interventi indipendenti.

“È chiaro che bisogna fare i conti con le dinamiche della ricostruzione privata e pubblica regolate da tempi e modalità diversi, non sempre compatibili”, commenta Nardis.

“Però è importante pianificare la riqualificazione del centro, concordando degli interventi in grado di restituire luce. Bene l’asse centrale anche se alcuni aggregati continuano a costituire ‘macchie buie’ proprio a causa delle difficoltà della ricostruzione pubblica. La fase del post-sisma, comunque, rappresenta un’occasione per recuperare delle piazze storiche di questa città. Come ad esempio piazza Regina Margherita che potrebbe ospitare esposizioni di quadri e fotografie con allestimenti dinamici. Un’idea come questa darebbe respiro a quest’area e aggiungerebbe spazi espositivi a beneficio di molti artisti”. 

di Fabio Iuliano – fonte: Virtuquotidiane.it