A migliaia in piazza per Ted-Jesus Superstar
Le campane delle Anime Sante, l’acqua che scorre dalle fontanelle di piazza Duomo, le voci della gente che a mano a mano riempie la platea. I capricci dei bambini col gelato in mano, i selfie e le birre, con l’odore degli arrosticini a coprire l’incenso. Credi che sia impossibile avere la concentrazione per un’opera così densa di contenuti e di stimoli. Eppure, quando le luci del palco si spegnono e parte la chitarra solista di Andrea Inglese, il tempo prima singhiozza e poi si ferma, in una dimensione sospesa lungo l’orizzonte degli eventi. L’ouverture, poi il silenzio. È Giuda, interpretato dal brasiliano Nick Maia, il primo a cantare da solista.
Nelle sue corde vocali c’è la responsabilità di portare i sensi degli spettatori indietro di duemila anni, così come quella di non far rimpiangere gli artisti che in passato hanno interpretato questo ruolo chiave, da Carl Anderson, scomparso nel 2004, al giovanissimo Feysal Bonciani, uno degli ultimi volti in questo ruolo nel musical diretto da Massimo Romeo Piparo, per una produzione targata PeepArrow Entertainment nella versione originale di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice. Dopo “Heaven on their mind” inizia a cantare Ted Neeley, il Gesù originale del celebre film di Norman Jewison del 1973. È uno dei protagonisti della Perdonanza 2018. Da due giorni in città, ha già avuto modo di farsi ascoltare cantando “Poor Jerusalem” davanti a Collemaggio nella serata inaugurale dell’evento celestiniano. Incontrando i fan scherza, dicendo di essere in grado di fare i miracoli e in effetti uno lo ha compiuto: della pioggia dei giorni scorsi non c’è traccia e questa già è una notizia.
LO SPETTACOLO. Lo spettacolo, in inglese, con la travolgente orchestra dal vivo diretta da Emanuele Friello, vede in scena un cast di talento: accanto a Maia e Neeley, Paride Acacia(Annas), Simona Distefano (Maria Maddalena), Andrea Di Persio (Pilato), Giorgio Adamo (Simone), Francesco Mastroianni (Caifa), Mattia Braghero (Pietro), Salvador Axel Torrisi (Erode), il grande ensemble di acrobati, trampolieri, mangiafuoco e ballerini coreografati da Roberto Croce, con le scenografie di Teresa Caruso e i costumi di Cecilia Betona. Dopo il tour europeo, il musical ha viaggiato in Italia, lasciando all’Aquila l’ultimo segmento del tour estivo. Poi si riprenderà in autunno. Tante le tappe in programma da ottobre: si comincia con Trento e poi Livorno, Firenze, Genova, Torino, Vicenza, Varese, Catania, e dopo il teatro Arcimboldi di Milano, a dicembre, il ritorno a casa al Sistina di Roma, dove quattro anni fa, Neeley si è esibito per la prima volta insieme ai Negrita, Shel Shapiro e Simona Molinari. Poi, nel 2019, ancora in Europa. Tim Rice ha visto questa produzione più volte e si è detto molto soddisfatto.
LA SERATA. La voce di Neeley riempie piazza Duomo accompagnata dalla dolcezza della Distefano e dal timbro di Pilato-Di Persio. Il pubblico si emoziona al momento dell’Hosanna, batte le mani alla scena dei mercanti del Tempio e si commuove alla scena del Getsemani. È lì che il talento di Neeley si manifesta, nei perché di un figlio che sa di dover bere un calice amaro. Quando Gesù alza gli occhi – e la voce – al cielo, un fulmine lo colpisce al cuore, elemento di scena inedito. Poi la storia prosegue e si conclude col coro finale, introdotto da Giuda che appare tra il pubblico all’altezza delle gru e la fontana di capo piazza. «Ho cercato di dare un taglio tutto mio al personaggio di Giuda», spiega il brasiliano Maia. «Pur riconoscendo le enormi qualità artistiche e tecniche di chi mi ha preceduto». Al termine, il “meet and greet” con Neeley che non risparmia sorrisi e autografi fino a tardi.