F.i.g.a. ecco… a scrivere così pare brutto iniziare un pezzo e non me ne vogliano i movimenti #MeToo e via dicendo. Se lo faccio, è per puro dovere di cronaca. Perché F.i.g.a. è la prima cosa che ho visto entrando nel Lulam bar di viale della Croce Rossa.
Non quella lì… (oddio un po’ anche… per carità) ma un acronimo stampato sulla maglietta di un simpatico avventore.
Un acronimo che sta per Federazione italiana giocatori alcolizzati.
Giocatori di cosa poi? Boh, il simpatico avventore se ne è andato senza rilasciare dichiarazioni. Ma dopo cotanta visione, non poteva essere che il Lulam “il peggiore bar della settimana“.
In realtà, un motivo per venire da queste parti c’era già e non solo per rendere omaggio a una delle primissime strutture ad aprire dopo il sisma, resistendo peraltro ad anni di vicinato coi comitati elettorali del Partito democratico locale.
Il motivo reale? Due cappelli da cowboy e due microfoni cardioide, quelli dalla forma vintage a nascondere gli sguardi dolci e accattivanti di Ilaria e Francesca. La consolle è alla mercè di entrambe.
Ballano, cantano, si spostano da un ambiente all’altro, finalmente fa un po’ più caldo e si può stare fuori sui tavolini a mangiare un gelato. Talvolta, la postazione resta sguarnita e tu ti infili e ne approfitti per proporre una canzone o altro.
Perché qui si suona, si canta, si balla… si canta e balla, in un karaoke rosa e anarchico che parte dall’aperitivo e arriva fino dove si può arrivare.
Il repertorio? Di tutto. Un po’ meno grandi classici in favore di Ed Sheeran, Fedez e J-ax.
C’è chi chiede Bailando e anche Despacito.
Sembra facile cantare Despacito, ma provate a fare quel pezzo che dice “Si te pido un beso ven / dámelo / yo sé que estás pensándolo / llevo tiempo intentándolo / mami, esto es dando y dándolo / sabes que tu corazón conmigo te hace Bam-bam”…
Persino i Pearl Jam. Persino loro, sollecitati da Nora, una delle cameriere dietro a un bancone classico da bar diurno, ma pur sempre elegante. Ecco, l’ultima volta che ho sentito i Pearl Jam al karaoke ero ad Anchorage in Alaska. Ma Ilaria e Francesca sono pronte a tutto e hanno alle spalle un’esperienza live niente male.
Ilaria Micari, attrice di teatro, collabora con Francesca “Ciacy” Salutari anche nel progetto “Cartoni per caso”, la cover band in cui tutti vorrebbero suonare – #MeToo – pure io.
Mila e Shiro, Jeeg robot d’acciaio, fino ad arrivare ai Pokemon a ritmo di Gotta catch ‘em all.
Il supporto strumentale arriva da Federico Serpietri alla batteria, Paolo Capulli al basso, Filippo Colombo alla chitarra e Federico Raparelli alle tastiere.
Ma Ciacy, che di giorno la vedi al lavoro a Panippo, uno dei localini più cool dove prendere un sandwich a viale della Croce Rossa (a pochi passi dalla rosticceria di Stefania per intenderci), la sera si fa anche accompagnare dalle chitarre di Marco Leone e Alessio Turco. Il trio si chiama “Essenza acustica”.