L’Aquila ritrova i suoi colori nel brindisi diffuso di Natale
In principio era il Boss. Da lì è partito tutto. Da lì parte ancora tutto. Ma è l’inizio. Solo una delle porte di accesso a una città vecchia che si ritrova per un brindisi di auguri diffuso.
Tanto più che le temperature miti di queste ultime ore hanno trascinato nel centro dell’Aquila migliaia di persone – dai teenager alle persone più stagionate – attirate da questo rituale spontaneo e collettivo.
Era l’8 dicembre 2009: Ju Boss e il bar Nurzia decisero di riaprire i battenti in contemporanea, da un capo all’altro del corso.
La giornata si trasformò in una festa inattesa che ebbe risonanza anche sulla stampa nazionale. Un’euforia da un lato all’altro della zona rossa condita con lo stesso senso di appartenenza che oggi ha trasformato il centro in un mega botellon. Canti, stornelli, bottiglie low cost.
Un fiume di gente ha invaso piazza Regina Margherita, via Castello, via Garibaldi, piazza Chiarino, ma anche il corso.
Aperitivi di ogni tipo preparati dai tanti locali che hanno deciso di affiancare lo staff de Ju Boss, per il secondo anno consecutivo nella sua sede provvisoria, in attesa del ritorno nell’edificio di fronte che tornerà con un allestimento simile a quello della cantina originaria.
La sede provvisoria attuale, invece, resterà comunque aperta per ospitare un’area ristoro.
A ridosso del parco del Castello, si sono piazzati alcuni stand di prodotti tipici, con in evidenza le specialità dell’Aquilano: dal panino Gran Sasso (porchetta, peperoni e formaggio), al panino Montanaro (salsiccia e misto verdure), passando per il panino del pastore, un vero omaggio al pecorino.
Altri stand, sempre nell’area della Fontana luminosa hanno distribuito crepes e altri dolciumi.
All’ora di pranzo, il colpo d’occhio su piazza Regina Margherita dai balconi dello studio tatoo di Sasha – che si è prestato alla curiosità di alcuni passanti e agli obiettivi dei fotografi – era impressionante.
Forse, leggermente inferiore a quello dello scorso anno, ma bisogna contare che l’asse centrale, stavolta, ha meno impalcature e la festa si è veramente diffusa per tutto il centro.
Qualche locale come Yoichi o Nero Caffè ha organizzato un aperitivo a tema.
Altri (bar del Corso, la Fenice, bar Nurzia) hanno semplicemente seguito il flusso di passeggiate natalizie che hanno raggiunto piazza Duomo, tra mercatini e pattinaggio.
Una giornata di festa che ha ispirato la fantasia e l’estro di personaggi come il dj Marco Carosone da sempre in prima fila quando si tratta di portare avanti il racconto di una città che vuole in qualche modo ritrovarsi.
Una città che si stringe attorno ai suoi simboli, tra cui la basilica di Collemaggio, visitatissima anche in questi giorni.
Un racconto che non sarà esente da critiche da parte dei tanti che si lamentano del degrado e dei rifiuti lasciati a terra. Non potrebbe essere altrimenti dopo un evento che coinvolge migliaia di persone.
Un piccolo prezzo da pagare tutto sommato per ritrovare il centro ancora una volta pieno di vita.