Fondi Ue, un’occasione di crescita da cogliere
Innovazione, ricerca, progetti di sviluppo sostenibile e progettazione europea. Mesi significativi per l’Abruzzo che è stato un laboratorio sperimentale su come declinare al meglio le politiche comunitarie e le iniziative di formazione. Questo l’obiettivo dei quattro forum promossi dal Dipartimento per le Politiche europee in collaborazione con il quotidiano il Centro. Un momento di confronto con alcuni tra i principali attori regionali che hanno rapporti continuativi e professionali con Bruxelles e Strasburgo. «Crediamo che questo sia un momento decisivo per cogliere le opportunità di finanziamento e di sviluppo per fare impresa e mobilità nell’Adriatico», sottolinea il sottosegretario Sandro Gozi. A lui sono state affidate le conclusioni di questo percorso itinerante di quattro incontri avviato nella sede del quotidiano a Pescara.
LE POTENZIALITÀ. «L’Abruzzo è certamente una realtà che può diventare capofila nelle azioni di sviluppo», ribadisce Gozi. «Una partita che si gioca anche in relazioni agli investimenti del corridoio Adriatico-Jonico che rappresentano una grande opportunità in materia di trasporti, turismo sostenibile, comunicazione e politiche ambientali. Una serie di azioni che possono rendere le aree di questa macroregione sempre più protagoniste nel quadro europeo».
CARATTERISTICHE. Ma la partita si gioca Comune per Comune, andando a conoscere quali sono le caratteristiche del nostro territorio. È Luciano Lapenna, ex sindaco di Vasto e presidente di Anci Abruzzo, a delineare alcune delle caratteristiche, indicando una crescita demografica nei comuni della fascia costiera a discapito dell’entroterra. «Una cinquantina sono i comuni abruzzesi con popolazione superiore ai 5mila abitanti, mentre 219 comuni non superano i 3mila e, di questi, 190 sono sotto i 2mila». Una fotografia di partenza sulla quale sviluppare eventuali azioni comunitarie e iniziative legate all’accoglienza di flussi migratori. Nel fare gli onori di casa all’incontro che ha avuto luogo nell’aula magna del dipartimento di Scienze umane dell’ateneo aquilano, la rettrice Paola Inverardi ricorda che la provincia dell’Aquila è la sesta per percentuale di giovani laureati. Una condizione che in qualche modo può essere collegata con la “fuga di cervelli”, un dato in percentuale piuttosto alto in Abruzzo, come rilevato dal giornalista del Centro, Domenico Ranieri, caposervizio della redazione provinciale.
L’EUROPA CHIAMA. Spetta a lui, insieme al direttore di Radio Radicale, Alessio Falconio, porre alcune domande mirate al sottosegretario. In platea anche l’ex parlamentare Augusto Di Stanislao, che lavora periodicamente a contatto con Gozi. Il dibattito potrebbe essere un’occasione di confronto con il governatore Luciano D’Alfonso, da sempre attento alle opportunità comunitarie in materia di fondi diretti e indiretti. Tuttavia, il governatore è impegnato col ministro dello Sport, Luca Lotti, a Roccaraso e non si prende la briga di farsi sostituire da un rappresentante politico. In ogni caso, per la Regione arriva la dirigente Giovanna Andreola, che precisa la posizione dell’Ente.
FONDI. L’analisi del capo dipartimento per le Politiche europee, Diana Agosti, tira in ballo una riflessione sugli aiuti di Stato e sui fondi europei. «Quando ci siamo insediati al governo», ribadisce il sottosegretario Gozi, «abbiamo ereditato una situazione in cui ben 81mila soggetti, tra aziende e imprenditori fisici, hanno usufruito degli aiuti in maniera illegale o irregolare. Talvolta, l’impreparazione amministrativa di alcune amministrazioni locali o nazionali può favorire errori che espongono poi chi riceve dei contributi non dovuti nella situazione antipatica di doverli restituire. Una condizione che abbiamo preso di petto e ora solo poche decine di aziende si trovano a fronteggiare difficoltà di questo tipo».
FORMAZIONE. Sia a livello individuale (simbolica la presenza di tanti studenti al forum) sia a livello istituzionale, tra le urgenze indicate c’è la necessità di investire su adeguata formazione in materia di opportunità europee, a partire dallo sfruttamento del programma Erasmus che Gozi ritiene debba «essere esteso a tutti gli studenti. Ma per fare questo c’è bisogno di fondi». Il lavoro di coordinamento del presidente del Centro spa, Alberto Leonardis, ha fatto sì che nei vari incontri siano stati messi in campo degli esempi di risorse formative nel campo dei fondi diretti e indiretti.
PROSPETTIVA INTERNAZIONALE. Un discorso che parte dagli aspetti locali fino ad abbracciare prospettive transnazionali e internazionali, passando per il programma Sprar o per le scelte di fiducia a Bruxelles. «Crediamo in una nuova Europa e la strada tracciata dal presidente francese Macron potrebbe costituire un esempio signficativo», sottolinea Gozi, «di fronte a un populismo nazionalista noi ribadiamo la nostra fiducia in questa Europa».