Onna, dalle macerie è risorto un piccolo scrigno d’arte
«Mezzo centimetro a destra, qualche millimetro più giù… ecco, adesso posso dirlo: San Giova’… t’abbiamo rimesso a posto! Ora passiamo a San Giuseppe». La giovane restauratrice guida il collega nel rimettere i quadri nelle due grandi cornici dietro l’altare. Se si prende il lusso di scherzare coi Santi, lo fa nella consapevolezza di essere parte di un miracolo. Sette anni fa, nella zona absidale c’erano solo macerie da cui sono stati recuperati uno ad uno gli affreschi, le tele e le statue. Una corsa contro il tempo per avere tutto pronto per la prima settimana di maggio.
L’accordo tra il Mibac e il ministero federale dell’Edilizia e dello sviluppo tedesco, che risale al 2010, prevedeva il consolidamento e il restauro di un affresco del Cinquecento, 13 dipinti su tela, 24 cornici e altri arredi lignei. Tra questi un tabernacolo, due reliquiari, due sculture di angeli, un candeliere e una croce in madre perla. Delle statue presenti quattro sono in legno, due in cartapesta, tre in gesso. L’associazione temporanea di impresa che ha curato il restauro ha avuto poco più di un anno per portare a termine i lavori, con il monitoraggio della Soprintendenza attraverso la dottoressa Biancamaria Colasacco. Un intervento che è partito con la difficile operazione di recupero delle opere d’arte iniziata dai vigili del fuoco il 16 aprile 2009 – solo dieci giorni dopo la scossa – e con la complessa rimozione dell’organo dal palco della chiesa di San Pietro Apostolo.
«Per tutti noi, quella del 7 maggio sarà una data importante» dice Patrizio Pifano, presidente del Comitato feste che assiste ai lavori da un lato della chiesa «si tratta della prima chiesa monumentale del comprensorio completamente restaurata. La festa della Madonna delle Grazie avrà un sapore speciale. Abbiamo cercato di tirare in ballo iniziative che accontentano un pubblico di tutte le età, dal teatro dialettale allo “street food” con degustazioni e musica dal vivo. Un evento per la cui organizzazione stiamo ricevendo la collaborazione di tutti, non solo dei membri del comitato che sono stati estratti a sorte». I preparativi fervono. Da un lato della chiesa c’è l’organo da ricollocare. I tabernacoli attendono in sagrestia. «Abbiamo lavorato senza sosta», spiega Berta Giacomantonio appoggiata a una scala posta a ridosso della statua di Sant’Antonio Abate «la sfida è anche capire come intervenire, specie quando la pittura è stratificata con stili diversi nel corso dei secoli».
Tra gli interventi più delicati quello che ha riportato a nuova vita l’affresco del XIV secolo raffigurante una crocifissione, un’opera di fatto “svelata” dal sisma, prima infatti nemmeno gli onnesi ne avevano notizia. L’opera rappresenta una Madonna in posizione frontale con aureola punzonata, insieme a due angeli che raccolgono il sangue di Cristo che sgorga dal costato e dalla mano e copre parte della controfacciata sinistra della chiesa, nascosta tra uno scialbo di cemento e uno di calce. Altro intervento difficile, quello che ha consentito il restauro dell’affresco staccato che risale a un periodo a cavallo fra il XV e XVI secolo, raffigurante la Madonna con il bambino e Santi ai lati. Un lavoro portato avanti frammento dopo frammento e che ha visto la realizzazione di un nuovo pannello di supporto.
Reintegrazione pittorica, pulitura e steccatura hanno riguardato anche la preziosa tela dei Protettori di Onna, San Pietro e Stefano, così come prezioso è stato il lavoro sulle statue principali, in particolare su quella della Madonna delle Grazie del XV secolo. «La riapertura di questa chiesa sarà una luce importante per questo paese che vive il grigio delle case distrutte», commenta Margherita Nardecchia Marzolo presidente della Onna Onlus. Una riflessione condivisa con il presidente uscente Franco Papola, il quale ha comunque ricordato che «finalmente qualcosa si muove anche a livello di ricostruzione del borgo. I primi aggregati sono partiti e anche alcuni edifici a ridosso della vecchia piazza potranno tornare Anche la pro loco di Onna, il centro anziani e la Congregzione rappresentate da Vincenzo Angelone, Paolo Ferroni e Paolo Paolucci si preparano all’appuntamento. «Tutto il paese tornerà a sperare. Vogliamo preparare questa festa al meglio».