Banca Etruria. Un imprenditore aquilano: quando si parlava di spread ci dissero di fare così
Quanto fa male aprire i giornali e leggere la storia di di Luigino D’Angelo, il pensionato 68enne di Civitavecchia che si è tolto la vita dopo aver perso i suoi risparmi nel fallimento della banca dell’Etruria. Nei negozi e nei bar di Pizzoli non si parla d’altro. Un intero paese legato al destino della filiale della banca. Sorto come Banca popolare di Amatrice e poi semplicemente Banca di Amatrice – Basso Lazio prima di diventare filiale di Banca Etruria, questo istituto di credito è stato visto sino ad ora come una pietra miliare.
Ne sa qualcosa l’imprenditore Domenico Ioannucci che nella partita ha perso migliaia di euro. Mentre il paese si difende raccontandosi anche davanti alle telecamere Mediaset, Ioannucci ha costituito un comitato civico chiamato “Pizzoli in difesa dei risparmiatori Banca Etruria”, mettendosi personalmente a disposizione di tutte le persone beffate dal decreto salvabanche. «Sostengo questo comitato», spiega, «proprio per andare incontro alle tante persone che si sono trovate in condizioni analoghe a quelle del pensionato di Civitavecchia. L’obiettivo principale è fare in modo di evitare che ci si senta soli in una situazione così difficile». Il rischio è, infatti, quello di veder svanire i risparmi di una vita.
Ioannucci, qual è la situazione in paese?
«Siamo tutti quanti molto colpiti da quello che è successo. Basti pensare che le due sedi aquilane di Banca Etruria contano insieme oltre 1.500 clienti, gran parte dei quali viene proprio da Pizzoli. C’è stata gente che ha investito tutta la liquidazione, dai 50 agli 80mila euro».Come è stato possibile tutto questo secondo lei?
«Nessuno di noi, quando ha sottoscritto il piano obbligazionario poteva pensare che sarebbe andata a finire così. Del resto, ci trovavamo in un periodo storico particolare: ricorda che fino a qualche mese fa si parlava solo di spread? Di qui, di fronte alla sfiducia generale nei confronti dei titoli di Stato, molti banchieri hanno colto la palla al balzo suggerendo ai risparmiatori di investire in obbligazioni. D’altro canto, chi poteva pensare che una banca potesse fare quella fine».Ha avuto qualche sentore del rischio che stavate correndo?
«Assolutamente no, anzi fino a qualche mese fa si percepiva da parte dei dirigenti della banca l’invito a continuare a investire, a prescindere dal profilo di rischio personale di ciascuno di noi. Anche investimenti in azioni liquide e obbligazioni subordinate ci sono stati presentati come un’alternativa valida al mattone o alla semplice giacenza nel conto corrente».Che cosa farà adesso?
«La situazione è senza precedenti. Anzi quanto successo costituisce un precedente gravissimo, in quanto si è toccato il risparmio. Sono intenzionato a portare avanti procedimenti civili singoli per avere i risarcimenti, ma farò anche un esposto alla Procura per stabilire se ci sono responsabilità penali in questa vicenda da parte del Cda di Banca Etruria, della Banca d’Italia e da parte della Consob».