L'Aquila, l'odissea di una coppia per il diritto all'assistenza sanitaria
Ha assistito per quasi vent’anni sua moglie Ivana resa disabile da un cavillo burocratico che a suo tempo pregiudicò l’accesso a un farmaco che avrebbe rallentato o addirittura bloccato la progressione della sclerosi multipla. Ora, è lui ad aver bisogno di assistenza in quanto a breve dovrà affrontare all’Aquila una delicata operazione per la rimozione di un tumore. Ma Eugenio Mascaretti, che per molto tempo ha trascurato il suo lavoro alle Poste per stare vicino alla donna – fino a restare esodato e senza pensione – sa bene che non potrà affrontare il suo intervento con la giusta serenità se prima non riesce a garantire alla moglie un’adeguata assistenza, in un momento in cui i tagli alla spesa sanitaria e ai servizi sociali riducono le possibilità.
Per alcuni giorni, la signora Ivana Andreozzi è stata nella casa di cura Villa Dorotea di Scoppito per tenere sotto controllo la sua situazione clinica. La clinica ha chiesto una degenza di 30 giorni e questa possibilità consentirebbe a suo marito di affrontare il delicato intervento sapendo di lasciare la moglie al sicuro nella struttura. Ma le cose non sono così semplici. L’Unità di valutazione multidimensionale di Avezzano, infatti, non ha concesso alla signora Andreozzi più di 10 giorni. La famiglia Mascaretti è originaria della Marsica dove da anni ricoveri e assistenze fanno i conti con le carenze di posti letto. Un fattore che in queste ultime settimane ha spinto il sindaco di Avezzano Giovanni Di Pangrazio a chiedere delle convenzioni volte all’utilizzo di cliniche convenzionate per assistere i malati. «Mi sono rivolto anche agli sportelli Asl dell’Aquila, attraverso il loro Uvm, ma mi hanno detto che senza autorizzazione da Avezzano non possono fare niente», spiega Mascaretti. «Ho spiegato loro la nostra situazione, le sue patologie ma anche le difficoltà per me a gestire tutta questa vicenda. Mi hanno però rimandato nuovamente all’Uvm di Avezzano dicendo che la competenza territoriale spetta a loro». Di qui la scelta di rivolgersi direttamente al manager Giancarlo Silveri. «Gli ho inviato due fax nella speranza che dal suo ufficio esca il via libera alla proroga per la degenza di mia moglie», sottolinea Mascaretti. «Farei qualsiasi cosa per lasciare mia moglie a Villa Dorotea. Di fronte a questo intervento non posso tirarmi indietro, perché ne va della mia vita. Sono senza soldi ma sono disposto anche a pagare la degenza, magari chiedendo un prestito». (fab.i.) Fonte – il Centro