3 Luglio 2014 Condividi

L'Aquila, perde la testa per una cinese e "copre" un giro di prostitute

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L’amore di un ragazzo aquilano per una donna cinese lo induce a convincere la madre a rendere false dichiarazioni al fine di permettere alla straniera di restare in Italia. Ottenuto il permesso di soggiorno affitta due appartamenti, li mette a disposizione di altre connazionali e trova i clienti. Il giro di prostituzione è stato sgominato dagli agenti della Squadra Mobile coordinati dal dirigente Maurilio Grasso e ha portato alla denuncia di quattro persone.

VIDEO: dentro il centro massaggi

LE INDAGINI. I fatti risalgono a diverso tempo fa, quando personale della Sezione criminalità straniera e prostituzione ha notato degli anomali movimenti di persone nei pressi di una abitazione di via Ulisse Nurzia (nella periferia ovest della città). Gli agenti hanno scoperto in particolare una ragazza cinese, sempre la stessa, che tutte le mattine si recava sul posto, seguita, subito dopo, da altre ragazze, diverse a seconda dei giorni, accompagnate da un uomo in auto. Dai controlli è emerso che il proprietario dell’appartamento era la stessa persona che tutti i giorni si faceva carico di accompagnare le ragazze “al lavoro” e di rifornirle poi, durante la giornata, di generi di prima necessità. E’ stato riscontrato poi che lo stesso uomo, in passato, aveva dichiarato di avere alle proprie dipendenze, come lavoratrice domestica, proprio la ragazza cinese, notata ogni giorno entrare e uscire dall’appartamento di via Nurzia.

IL SECONDO APPARTAMENTO. L’uomo aveva messo a disposizione della stessa donna un altro appartamento di proprietà in via Giovanni Di Vincenzo, dove, secondo gli investigatori, ci sarebbe stato lo stesso via-vai di ragazze cinesi e di uomini, con le stesse modalità poi riscontrate nell’altra “casa di incontri”. Gli agenti hanno poi scoperto che la donna cinese aveva un permesso di soggiorno come collaboratrice domestica presso una famiglia aquilana: un ragazzo ragazzo aquilano, che si era innamorato di lei, aveva convinto i propri familiari a rendere false dichiarazioni circa l’assunzione della donna per farle avere la documentazione necessaria a farla restare sul territorio italiano.

I DENUNCIATI. Si tratta di una donna di 50 anni di nazionalità cinese, S.Y, e un marsicano di 48 con precedenti penali, N.M., che devono rispondere di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. M.C, un aquilano di 30 anni, e sua madre sono accusati di “false attestazioni”. A tutti e 4 è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari.

di Fabio Iuliano – Fonte il Centro