Haiti, dall’Italia una struttura di riabilitazione per bambini
Una struttura pediatrica per la riabilitazione motoria dei bambini. È il progetto proposto dal Capo della Protezione Civile Italiana Guido Bertolaso alle autorità haitiane nel corso dell’incontro di oggi, cui hanno preso parte anche l’ambasciatore italiano a Santo Domingo Enrico Guicciardi e l’ambasciatrice di Haiti in Italia Géri Benoit.
La proposta di un programma sanitario dedicato ai bambini disabili è stata accolta con grande favore da Jean-Max Bellerive. Il Primo ministro ha ringraziato la Protezione Civile italiana e ha sottolineato l’importanza di un’iniziativa di questo tipo per Haiti, dove non esiste alcuna equipe medica con specializzazione ortopedica in grado di operare in tal senso.
Guido Bertolaso ha anticipato che la competenza italiana nell’ambito della riabilitazione sarà messa a piena disposizione dei bambini di Haiti che, purtroppo a migliaia, hanno riportato lesioni invalidanti a causa del terremoto e necessitano ora di cure mediche adeguate.
Di qui la proposta di una struttura medica ad alta specializzazione in protesiologia, ortesiologia e tecniche di riabilitazione per l’età evolutiva, realizzata grazie a una collaborazione bilaterale tra i due governi, in coordinamento con tutti gli organismi internazionali.
La Protezione Civile lancia questa iniziative con l’esperienza dei “bambini di Beslan” alle spalle: nel 2004, nell’ambito della missione italiana in Ossezia del Nord, il Dipartimento ha infatti ristrutturato due piani del Children Hospital della città di Vladikavkaz, destinati alla riabilitazione motoria dei bambini osseti coinvolti, ed ha inoltre realizzato un nuovo padiglione per il dipartimento di riabilitazione con 30 posti letto.
A conclusione dell’incontro con le autorità haitiane, il Capo della Protezione Civile ha precisato che in questa prima fase l’Italia si concentrerà sul coordinamento degli aiuti e delle risorse in arrivo per la fine di gennaio con la portaerei Cavour, ed ha annunciato il suo ritorno ad Haiti nei primi giorni di febbraio, per definire le modalità dell’apporto italiano che sarà prevalentemente di tipo tecnico.