Natale all’Aquila terremotata, simbolo di rinascita
(di Fabio Iuliano) (ANSA) – L’AQUILA, 28 NOV – E’ dura pensare alla magia del Natale in una città tutta fasciata da impalcature e puntellamenti dopo il terremoto del 6 aprile scorso: un anno fa, di questi tempi, le vie del centro storico dell’Aquila erano già decorate con delle installazioni luminose, quelle stesse strade che oggi sono vuote, pressoché inaccessibili dopo il tramonto. Ora le uniche luci, oltre a quelle delle macchine in coda sulle statali, sono quelle dei centri commerciali, i soli ad avere montato l’albero e ad avere allestito le vetrine natalizie nella speranza di battere cassa in un momento critico per l’economia cittadina. Tra le case distrutte, le tendopoli in chiusura e gli alberghi che ospitano gli sfollati, cresce però la voglia di non rinunciare a una festa, ora più che mai simbolo di una rinascita.
Proprio per questo, si è riunito nei giorni scorsi il Comitato organizzatore delle iniziative per il Natale all’Aquila 2009, un organismo creato ad hoc: l’obiettivo è quello di organizzare un cartellone unico di tutte le attività religiose, culturali, ricreative e commerciali, dal 4 dicembre, festa di Santa Barbara, patrona dei vigili del Fuoco, all’Epifania, con il tradizionale mercatino, il cui percorso – in piena zona rossa
– quest’anno dovrà essere per forza di cose rimodulato.
Seppur tra mille difficoltà e con buona parte dell’attrezzatura ancora dentro la chiesa di Santa Maria degli Angeli, inagibile dopo il sisma, il ‘Concentus Serafino’ manterrà fede alla tradizione, riproponendo anche quest’anno il concerto di Natale.
Un aiuto arriverà anche da fuori: dal 19 dicembre sarà allestito in piazza Duomo un presepe portato dal Trentino, composto da undici figure in grandezza naturale che hanno scolpito per l’Abruzzo i maestri artigiani di Tesero (Trento). Verrà presentato all’Aquila anche lo speciale presepe di Marco Ferrigno, maestro artigiano di San Gregorio Armenio, storica via di Napoli che riproduce i personaggi chiave del post-sisma: c’é Bertolaso, Obama, Berlusconi e il generale Fabrizio Lisi, comandante della caserma di Coppito.
Ma il Natale significa anche per i cristiani, la possibilità di ritrovare i loro punti di riferimento. “Concretamente – spiega l’arcivescovo dell’Aquila, Giuseppe Molinari – stiamo lavorando perché ogni comunità abbia un luogo di culto, una chiesa o una o una struttura in cui ritrovarsi per il Natale. Certo non apriremo tutte quelle promesse, ma un buon numero verranno rese agibili”. (ANSA).