Reporters sans frontieres: cresce la repressione su Internet
L’Eritrea sostituisce la Corea del Nord all’ultimo posto della classifica mondiale della libertà di stampa diffusa da Reporters sans frontieres mentre l’Islanda sostituisce la Finlandia in testa. L’Italia assieme agli altri membri del G8 (Russia esclusa) migliora il suo posto e si colloca in 35/ma posizione sui 169 paesi che la sesta edizione della classifica redatta dall’organizzazione per la tutela dell’informazione e dei giornalisti ha preso in considerazione.
Internet occupa invece un posto sempre più importante nei tentativi di colpire la libertà di espressione e molti paesi sono retrocessi proprio per questi interventi censori. Almeno 64 persone – spesso blogger, che vengono minacciati tanto quanto i giornalisti, scrive Rsf – sono in prigione in vari paesi per essersi espressi liberamente sulla rete. La Cina, con 50 persone imprigionate, mantiene la testa di questa triste graduatoria, che comprende anche Malesia , Thailandia, Vietnam ed Egitto.
Più in generale, Eritrea, Corea del Nord, Turkmenistan, Iran , Cuba, Birmania e Cina rappresentano l’area più nera per la libertà di stampa e più difficile per chi lavora nel settore. Al di fuori dell’Europa – che ha 14 paesi in testa alla classifica – non c’è alcuna regione al mondo risparmiata dalla censura o da fatti di violenza contro i giornalisti. Tra i peggiori vi sono sette paesi asiatici, cinque africani, quattro del medio-oriente, tre appartenenti all’ex Unione sovietica e uno nel continente americano, Cuba.