19 Maggio 2009 Condividi

Pochi secondi

di Filippo Crudele

Esplode improvviso

il silenzio tranquillo di una notte.

La terra trema impazzita

e scuote le anime e case

come fossero frasche.

Pochi secondi per fuggire,

pochi secondi per vivere o morire.

Pochi secondi disperati

con la speranza di riabbracciare i cari.

Pochi secondi per leggere negli occhi

di un amico, di un padre e di una madre,

l’atroce dolore che li ha trafitti al cuore.

Pochi secondi per piangere e tacere.

Pochi secondi per guardarmi intorno,

e incredulo, rendermi conto,

quando mi sia cambiato il mondo.

Pochi secondi spietati

per sentirci smarriti, sfollati, “TERREMOTATI”

ed essere considerati dagli altri…gli “ALTRI”,

coloro che soffrono e vanno aiutati.

Pochi secondi sinceri e bugiardi,

per sentirci tutti uguali,

ma che, non cambieranno le classi sociali.

Pochi secondi impietosi, resi subito famosi

con fiumi di parole e riflettori,

che non vanno spenti e sepolti,

se vogliamo capire che non siamo onnipotenti,

ma soltanto pochi, piccoli secondi.

Pochi secondi prepotenti e presuntuosi,

che hanno osato sfidare secoli di storia,

ma proprio su di loro, rinascerà quella nuova

e indelebile della memoria.

Sei tu, mia cara L’Aquila, migliore di quell’ “araba”,

al Papa hai spalancato già la “Porta Santa”,

e su quella torre, novantanove volte,

già suona la campana.