Nei peggiori bar dell’Aquila / 5
25 Maggio 2018 Condividi

Nei peggiori bar dell’Aquila / 5

“Tranquillo… scrivi quello che vuoi… faccio tutto alla luce del giorno… tranne la notte…”.

Ecco, uno come Francesco “Checco” Cianca te lo vedi tranquillamente davanti alla consolle del karaoke, in una mano il microfono nell’altra un bicchiere di gin e campari.

Te lo immagini anche a bordolago in completo mimetico con uno storione gigante fra le braccia. O anche in sella a una city bike a fare slalom tra macchine e rotaie della metropolitana. Quelle rotaie che non sono bastati dieci anni di amministrazione di dichiarati appassionati di bicicletta per togliere.

Non te lo immagini, invece, con la muta brandizzata di un cicloclub cittadino, di quelli che vanno in strada solo in gruppo.

Di quelli che, nei giorni della Granfondo, hanno riempito la città di battute in codice come “butta ju 52”.

Quelli che parlano in dialetto quando sono in branco, salvo poi in privato dilatare gli occhi e nascondere (non senza fatica) la “sh” e la “nd” davanti a una birra tiepida e a una citazione aulica, per flirtare con nonchalance.

Uno come Checco, un battitore libero, non te lo immagini in un cicloclub di questo tipo, eppure per anni ha avuto tessera e divisa d’ordinanza.

“Ma sto cercando di smettere”, assicura mentre tiene entrambe le mani appoggiate sul bancone del Marilyn di Preturo.

Accanto a lui, un paio di avventori – un uomo sulla trentina accompagnato da una signora mora col caschetto – si divertono a provare delle combinazioni inedite, ora a base di vodka, ora a base di rum, servite nel “bicchiere da cicchetto”. Quelli che in città fa figo chiamare “chupitos”.

Certe sere, in un locale come il Marilyn è bene farsi trovare accompagnato da un buon Virgilio (o un buon Caronte) e chi meglio di Checco.

Di giorno professionista specializzato nel rinforzo strutturale antisismico all’interno dei cantieri edili (professione peraltro molto utile da nove anni a questa parte). Di notte… beh è uno dei signori del karaoke della zona.

“Canto da Zucchero in giù”, spiega mentre cerca di descrivere l’atmosfera surreale che si crea qui alcune sere.

“Dico da Zucchero in giù non per sminuire il mio repertorio, ma solo perché so che quando si parla di lui si parla di un artista che ha suonato con i più grandi di sempre, Miles Davis, Eric Clapton, Sting, Steve Ray Vaughan, i Queen e via dicendo. Sopra, Zucchero ne ha pochi… per me nessuno”.

Da queste parti si canta sul serio. Un circuito dove ritrovi “mastri karaoke” che abbiamo conosciuto in altre tappe di questo mini-tour di Virtù Quotidiane dei “peggiori bar”. Gente come Marco Tatò o come Emilio Brambilla, ma anche molti altri reclutati dal gestore Gianfranco D’Eramo che ha iniziato questa avventura nel 2013, con un locale che è un omaggio a una delle attrici più controverse della storia del Cinema.

Icona e simbolo di bellezza, Marilyn Monroe è stata anche autrice di frasi e aforismi folgoranti. Uno di questi aforismi è “Sono egoista, impaziente e insicura. Faccio degli errori, sono fuori controllo e a volte difficile da gestire. Ma se non puoi gestire la mia parte peggiore, allora sicuro come l’inferno non mi meriti quando sono al mio meglio”.

Il locale è pieno di ritratti ed elaborazioni grafiche delle sue foto che hanno saputo attirare la curiosità di artisti come Andy Warhol.

Il locale sorge in una piccola area commerciale a ridosso dell’aeroporto di Preturo. Nella zona ci sono alcuni bar, anche ben gettonati (uno di questi è la Pantera Rosa).

“Però è qui che si inventano le serate”, sottolinea Checco. “Agli altri posti puoi bere, al massimo commentare le partite. Ma qui ogni settimana c’è qualcosa di diverso. Certo, di recente anche il gestore della Pantera Rosa si sta dando da fare proponendo delle serate animate”.

Al Marilyn vedi serate latine, concerti, feste di ogni tipo e anche presentazioni di libri. Qui, qualche tempo fa, il buon Giuseppe Tomei, anche lui figlio di questa terra, ha presentato il suo Io non c’ero con la sua dedica “cult” a chi resiste.

Si vede anche bella gente.

“A me-mi chiamano perché so cantare e me la cavo anche con Bruce Springsteen“, riprende Checco, “ma anche perché porto ragazze… del resto ho scelto da tempo di non mettermi anelli al dito”.

“L’imperfezione è bellezza, la pazzia è genialità, ed è meglio essere assolutamente ridicoli che assolutamente noiosi”. Marylin Monroe.

di Fabio Iuliano – fonte: Virtù Quotidiane