Santangelo analizza la guerra russo-ucraina
Doppio appuntamento di presentazione del nuovo libro di Salvatore Santangelo, “Fronte dell’Est – Passato e presente di un destino geografico” (Castelvecchi editore), un’analisi dello scenario che ha portato alla crisi russo-ucraina. Il giornalista, impegnato nella sfida di guardare oltre questo momento di caos, sarà ospite domani alle 18.30 della libreria Colacchi, a colloquio con Luca Salerno (Tg2), e venerdì 26 (ore 18) al Festival di porta Branconia, insieme a Miska Ruggeri e Paolo Rubino.
Santangelo, il suo libro riporta l’orologio della crisi indietro di qualche anno, per comprenderne meglio la genesi. Lei stesso – nel 2016 – parlava “dell’orizzonte infranto della geopolitica europea” anticipando una possibile escalation militare.
«La guerra nel Donbass dura dal 2014 con 14mila morti. Di questi due terzi russofoni e un terzo lealisti. Numeri impressionanti che però non hanno avuto la capacità di attrarre la giusta attenzione. Detto ciò, ritengo che lo scenario attuale vada letto attraverso la lente geopandemica: la pandemia ha acuito alcune dinamiche. Penso in particolare al conflitto globale-locale. Quest’ultimo è apparso ovunque ma con pericolosa attualità sul fronte dell’Est. Qui, nel quadro della paradossale rinascita delle identità, stiamo assistendo allo scontro tra un impero morente come quello russo e una delle tante realtà statuali nate dopo la fine dell’Urss ma che affondano le proprie radici nel calderone militare-ideologico del XX secolo».
Nei suoi libri precedenti, come “Babel” e “Geopandemia”, disegna scenari che hanno senso ancora oggi. Anche la crisi russo-ucraina sta dimostrando di rientrare nello schema “battito di ali da una parte e uragano dall’altra?
«Nelle sue conseguenze economiche, questa guerra si sta dimostrando in grado di ridefinire profondamente gli equilibri mondiali. La Russia sta resistendo meglio di quanto non si pensasse, mentre già vediamo le avvisaglie, da noi, di una crisi sociale che potrebbe deflagrare in una crisi politico-istituzionale. Potremmo anche assistere a una divaricazione strategica tra le molteplici visioni presenti: quella Euroatlantica, l’Anglosfera, la Nato e la Ue a trazione tedesca».
Come legge la posizione ambivalente della Cina?
«La Cina – potenza certamente “opportunista” ma a oggi non “revisionista” – ha asserito che le sanzioni contro la Russia sono illegali, ma allo stesso tempo non ha dato il pieno sostegno all’invasione. Questo perché la Russia sta distruggendo ciò che per la Cina è fondamentale: la globalizzazione che alimenta la sua crescita regolare e pacifica verso lo status di superpotenza. La Cina sta dalla sua parte e se gli Usa le offrissero la cogestione del pianeta sarebbe ben disposta a spartirsi le spoglie della Russia. Una parte delle élite Usa sarebbe pronta a ciò, accontentandosi di “gestire” il declino del “momento unipolare” piuttosto che contrastarlo. Da qui le feroci critiche di una parte di questa élite alla visita della Pelosi a Taiwan».
di Fabio Iuliano – fonte: il Centro