Pellegrino presenta la stagione Sinfonica abruzzese
Nessuno poteva immaginare che, solo qualche giorno più tardi, il Teatro Marrucino avrebbe potuto celebrare la sua inaugurazione in regime di piena capienza. Le misure anti-Covid, invece, hanno abbracciato la serata inaugurale della nuova stagione lirica a Chieti, pur senza incidere sul fascino e sull’impatto della “Traviata” di Giuseppe Verdi, con la regia affidata a Riccardo Canessa, con l’Orchestra Sinfonica Abruzzese, diretta dall’israeliano Daniel Oren. Il coro del Marrucino, guidato dal soprano Christian Starinieri, ha scandito le fasi della serata, restituendole ogni aspetto simbolico di rinascita, al di là di qualsiasi battibecco politico, rigorosamente confinato in platea. Quello stesso sapore di rinascita che Ettore Pellegrino si appresta a vivere anche all’Aquila, con l’inaugurazione della stagione 2021-’22 dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese. Da anni il violinista unisce all’attività concertistica quella di organizzatore musicale di stagioni liriche e sinfoniche, tour internazionali o festival e cura la direzione artistica sia dell’Isa sia del teatro teatino.
«Ci rimettiamo in viaggio», spiega, «dopo un anno e mezzo di stop. Già dal 5-6 marzo del 2020 decidemmo di mettere in stand-by la macchina. Non sapevamo a cosa saremmo andati incontro. A teatro abbiamo usato alcuni concerti in streaming per far lavorare macchinisti, cantanti, coro e direttore, così come abbiamo lavorato con alcune produzioni all’Osa».
Maestro, già lo scorso anno, c’è stata una parentesi estiva di riaperture parziali. Siete riusciti ad approfittarne?
«L’Orchestra dell’Isa è riuscita a realizzare alcuni concerti, poi però in autunno sono arrivate quelle misure che hanno fermato l’attività per mesi e mesi. I musicisti dell’orchestra, assunti a tempo indeterminato, sono tornati in cassa integrazione. Gli appuntamenti stagionali saranno recuperati solo in parte in questa stagione, a partire dalla produzione con Fabrizio Meloni, primo clarinetto solista del concerto inaugurale, oppure dal violista Ilya Grubert. Un nome importante come il maestro Oren, lo stesso che ha diretto l’Orchestra nella serata di apertura del Marrucino. Abbiamo cercato di non perdere dei nomi di pregio, sia perché questa era un’indicazione del ministero, sia perché era l’unico modo per tutelare il loro lavoro.
Che impostazione avete dato alla stagione dell’Isa?
«Abbiamo cercato di intercettare il gusto di un pubblico eterogeneo, inserendo in cartellone degli appuntamenti inattesi come l’omaggio a Django Reinhardt, ma anche quello alla musica dei Queen e dei Beatles, in programma a Roma nella Nuvola di Fuksas, nell’ambito di una delle nostre collaborazioni più interessanti, con la partecipazione – rispettivamente – dell’arrangiatore Roberto Molinelli e del giornalista Federico Rampini. Emma Bonino, poi, sarà voce recitante nello spettacolo “Apocalisse del deserto”.
Da una parte, vi viene richiesta una programmazione puntuale con mesi di anticipo. dall’altra, l’evoluzione della situazione Covid vi costringe a cambi repentini. Come contate di procedere?
Per il momento, sia con il Teatro Marrucino, sia con l’Isa abbiamo scelto di rinunciare a emettere abbonamenti stagionali e speriamo che il peggio sia ormai superato. (fab.i.)