Resilienza e globalizzazione: Bruxelles guarda l’Abruzzo
La resilienza urbana, i cambiamenti climatici e gli strumenti per mitigare gli effetti della globalizzazione, a partire dalla distribuzione omogenea delle ricchezze. Queste le sfide della 15esima Settimana delle regioni, un evento, della durata di quattro giorni, che consente a funzionari delle amministrazioni regionali e locali, esperti e accademici di scambiare buone pratiche e competenze tecniche in materia di sviluppo regionale e cittadino.
RISORSE DISOMOGENEE.
Tra gli obiettivi minimi richiesti nei vari pareri adottati dal Comitato europeo delle regioni (CdR) in sessione plenaria, c’è quello di elaborare una strategia condivisa a livello di Unione europea, volta a garantire una più equa distribuzione dei benefici della globalizzazione.
Se da una parte questo processo ha accelerato la crescita economica dell’Ue, dall’altra, la globalizzazione ha anche aumentato le disuguaglianze, producendo effetti diversi nelle varie regioni, con una conseguente ripartizione diseguale della ricchezza.
In un mondo in cui i problemi locali sono globali e le questioni globali divengono locali, è responsabilità comune di tutti i livelli di governo rendere l’Ue più resiliente agli effetti negativi della globalizzazione, afferma Micaela Fanelli (It/Pse), sindaco del Comune di Riccia (Campobasso).
“Per alcune regioni, l’apertura al commercio internazionale, che rappresenta un terzo del reddito nazionale dell’Ue, ha creato enormi opportunità, mentre per altre rappresenta un’importante minaccia. Un rinnovato e rafforzato approccio basato sul territorio alle politiche dell’Ue è indispensabile per ridurre le crescenti disuguaglianze causate dalla globalizzazione”, ha sottolineato la relatrice.
LE STRATEGIE
Tra le proposte messe in campo dalla Fanelli, la necessià di portare avanti una strategia comunitaria volta a gestire la globalizzazione e imperniata intorno a tre assi principali: una chiara strategia proattiva su come migliorare le competenze, le conoscenze, l’infrastruttura e, di conseguenza, la competitività regionale; una strategia di attenuazione, che comprende il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (Feg), profondamente riformato; e unai strategia partecipativa basata sulla responsabilità democratica.
Le raccomandazioni formulate nel suo parere riguardano la politica commerciale, la politica sociale, la politica agricola comune (Pac), la politica industriale, la migrazione e la riforma della politica di coesione.
POLITICA AGRICOLA COMUNE E RISCHI
Naturalmente, un processo come quello legato alle politiche agricole condivise non è certo privo di passaggi indolori specie per le produzioni italiane. È risaputo quanto l’incidenza dei fondi strutturali europei può permettere a Paesi dalle economie emergenti come la Romania di aumentare la produttività dei terreni e immettere del mercato dei prodotti agroalimentari competitivi e non solo in termini quantitativi. Le potenzialità di aree geografiche come la Romania occidentale sono enormi in tal senso.
CAMBIAMENTI CLIMATICI
Un discorso che non può non tener conto dei cambiamenti climatici che, oltre a costituire un rischio enorme per l’ambiente, potrebbero creare delle condizioni inedite per favorire la produttività dei terreni in alcune zone geografiche e, al contrario, cambiare le carte in tavola altrove in termini di redditività e fertilità.
Nello studio di questi fenomeni, l’Abruzzo gioca un ruolo importante. La sede della Regione Abruzzo a Bruxelles accoglie un incontro transnazionale che vede la partecipazione di delegazioni del consorzio composto da: Romania nord-orientale, città di Sisli (Turchia), Srpska (Bosnia ed Erzegovina), Contea di Osijek-Baranja, area regionale di Creta (Grecia) e città di Osijek (Croazia), oltre all’Assemblea delle regioni europee (Are) e Fedarene (Federazione delle agenzie regionali per l’ambiente e l’energia) che partecipano come reti associate.
Tra i relatori invitati al dibattito, l’ambasciatore Giovanni Pugliese, rappresentante permanente aggiunto dell’Italia a Bruxelles e Magnus Berntsson, presidente dell’assemblea delle Regioni europee e dell’iniziativa R20 (Regions of climate action) che mette in campo le azioni di contenimento sui cambiamenti climatici.
Un progetto, che ha base a Ginevra, sostenuto direttamente da personaggi pubblici come il premio Oscar, Leonardo Di Caprio. L’attore americano da anni è attivo nelle cause ambientaliste e nel 1998 ha dato vita alla Fondazione a suo nome volta a mettere in campo una serie di azioni per contenere cause ed effetti dei rapidi cambiamenti climatici.
Al confronto ha partecipato il governatore Luciano D’Alfonso, alla guida di una piccola delegazione regionale di cui fanno parte il sottosegretario Mario Mazzocca (vicepresidente di Fedarene) e del dirigente di settore Iris Flacco. L’ex Aurum di Pescara ospiterà poi, venerdì 20 ottobre, una giornata informativa aperta a tutti i cittadini interessati alle politiche energetiche continentali.