Strasburgo, il piano Juncker a metà percorso: la valutazione
La ripresa economica dell’Europa è lontana. Il PIL dell’UE si assesta sull’1,4%, mentre il tasso di disoccupazione resta al 10%. Per uscire dalla crisi viene lanciato un piano d’investimenti volto a generare 315 miliardi di euro in tre anni. Questa la soluzione proposta dal presidente Juncker. Ma il grande piano sta tenendo fede alle sue promesse?
Il piano andrà prolungato oltre i tre anni previsti inizialmente perché sta funzionando, persino meglio di quanto ci aspettassimo. In un anno oltre il 60% è stato destinato alle PMI.
Un’iniezione iniziale di 21 miliardi è stata garantita dal bilancio UE e dalla BEI. I fondi sono serviti per infrastrutture, progetti innovativi e per finanziare le PMI. Secondo la Commissione, gli investimenti ne hanno attirati altri per 100 miliardi, ma per alcuni deputati, quegli investimenti sono stati fatti a spese del programma di punta per la ricerca e l’innovazione: Horizon 2020.
Voglio pieno sostegno a Horizon 2020 e voglio anche che il piano Juncker funzioni. Non voglio un cambiamento di facciata, ma che si facciano investimenti rischiosi, e non si tratta solo di soldi, ma di organizzare gli investimenti.
Ci sono ancora dei punti da appianare, ma quanto meno l’UE è avviata verso la rigenerazione.