In bici e in treno lungo la Valle dell’Aterno
Meglio una bici a pedalata assistita, magari di quelle pieghevoli per muoversi più agevolmente sui vagoni dei regionali. Però anche una mountain bike qualsiasi può andare. Abiti comodi e un po’ di buona volontà: quanto basta per pedalare 30-40 chilometri facendo scorrere sotto i piedi secoli di storia, bellezze artistiche e architettoniche da un lato all’altro del fiume Aterno. Da Scoppito a San Demetrio “one way”. Perché il ritorno – lievemente più impegnativo a livello di pendenza – si può fare comodamente in treno, andando a sperimentare questo sistema integrato di mobilità che, con qualche investimento infrastrutturale, potrebbe costituire una soluzione per tutto il distretto turistico aquilano.
La vera metropolitana. Un percorso che rappresenterebbe idealmente una “metropolitana di superficie”, un ponte che dall’hinterland della zona ovest del capoluogo conduce alla Valle Subequana. Nulla a che vedere con il controverso progetto di collegamento Pettino-Quattro cantoni che ha tenuto sotto scacco varie amministrazioni cittadine. Qui si tratta semplicemente di sfruttare qualcosa che già esiste, cioè la ferrovia, contando sul fatto che il Masterplan Abruzzo potrebbe consentire la riattivazione della bretella nord ovest della stazione di Sulmona, nei pressi di Pratola, consentendo un collegamento diretto Terni-Pescara e, quindi, anche passando per L’Aquila.
Di questo è convinto il sindaco di Scoppito, Marco Giusti, che da tempo ha avviato uno studio per capire come sfruttare al meglio il turismo sulle due ruote, con l’aiuto delle ferrovie. Un percorso ideale che unisce tanti luoghi di interesse, mettendoli alla portata di tutti.
ABRUZZO: pedalando sulla futura via verde dei Trabocchi
Pista ciclabile. Al momento, manca l’ingrediente principale: una pista ciclabile che attraversa la Valle dell’Aterno, collegando Montereale con la Valle Subequana. Anche in questo caso, esiste un progetto il cui obiettivo è quello di completare la lunga pista di fondovalle per istituire così il parco fluviale. Esistono già due tratti percorribili, anche se attualmente poco sfruttati per un totale di 50 chilometri. Il primo parte a Capitignano e, pur con un fondo stradale irregolare e con dei pannelli non sempre continui, arriva fino alle porte dell’Aquila. L’altro si sviluppa a Valle dell’Aquila, tra Fossa, Sant’Eusanio Forconese, Villa Sant’Angelo e Stiffe. «Quello che manca», incalza Giusti, «è proprio una pista che colleghi la zona commerciale di Sassa e Scoppito con il capoluogo». Attualmente, si può passare per strada statale 17, piuttosto trafficata, o raggiungere la Statale 80 passando per Preturo attraverso la strada provinciale. «Siamo a pochi chilometri dalla zona archeologica di Amiternum», ricorda il primo cittadino, «che rappresenta un luogo importante per la storia di questa terra».
Il percorso. L’anfiteatro te lo trovi sulla strada, dopo 5-6 chilometri dalla stazione di Sassa. Era la struttura principale dell’antica città sabina di Amiternum, i cui resti archeologici sono situati nell’area di San Vittorino. Una zona che negli ultimi week-end ha registrato un buon numero di visitatori. Poco più avanti, ci sono le catacombe paleocristiane. «L’obiettivo», valuta il sindaco, «è quello di valorizzare le nostre bellezze storico-artistiche attraverso un percorso mirato». Un tragitto che parte, tuttavia, da un’area commerciale. La stazione di Sassa Scalo raccoglie i primi agglomerati commerciali. «Basterebbe un piccolo raccordo viario», spiega, «per collegare Sassa con Scoppito, mettendo le bici sulla strada per l’anfiteatro». Dopo una dozzina di chilometri si entra nell’area metropolitana dell’Aquila e da lì si può attraversare il nucleo industriale di Pile per raggiungere la stazione ferroviaria e proseguire lungo il fiume. La stazione successiva è quella di Paganica. Da un passaggio a livello all’altro ci sono delle viuzze secondarie molto meno trafficate rispetto alla Statale 17. Attraverso Pianola, Sant’Elia e Bazzano le possibilità per evitare traffico sono diverse anche a ridosso della Strada Mausonia. Poi, comunque la si metta, è consigliabile passare attraverso Monticchio e da lì superare Onna alla volta di Fossa per intercettare un tratto della pista ciclabile.
Lungo il fiume. Da quel punto si può raggiungere Casentino, oppure si vira per Sant’Eusanio seguendo il percorso che è proprio della pista ciclabile. Anche in questo tratto la segnaletica è irregolare e, talvolta, la vegetazione ricopre la scarna segnaletica. Ma almeno puoi pedalare senza che le automobili disturbano. Qualche chilometro dopo Sant’Eusanio si raggiunge la stazione di San Demetrio da dove ripartire col primo treno in direzione Terni-Rieti. «Se cresce il numero di corse su questa ferrovia», aggiunge il sindaco Giusti, «sarà molto più facile poter lavorare su percorsi turistici». Di fatto questa zona potrebbe costituire un esempio per tutto il centro Italia. «Nel nostro Comune», riprende, «stiamo lavorando su una serie di servizi in favore di chi viene a trovarci.
A Sella Di Corno, ad esempio, abbiamo allestito un’area per camper con giochi e aree ludiche. Così come stiamo cercando di riqualificare tutti i sentieri di montagna lavorando sulla segnaletica». Un’azione che potrebbe essere portata avanti in collaborazione con il Cai. Molti gruppi locali stanno anche lavorando nella realizzazione di alcuni progetti multimediali proprio di supporto per escursioni in montagna tramite Gps. Ma il primo step resta quello della pista ciclabile, un progetto che fa gola a molti, a partire dalle associazioni locali. Tra queste la Bike 99 che conta molti soci in città. «Sarebbe una risorsa molto importante per tutti noi», commenta Paolo Guetti, iscritto al sodalizio. «Una struttura che attendiamo da anni».
di Fabio Iuliano – fonte: il Centro