Verso la maratona di Roma, fino al traguardo
Ho sempre sognato di correre un giorno una maratona, sin da quando ero bambino. Pensavo a New York (e ci penso ancora). Mi sembrava un traguardo da raggiungere. Mi promisi di farlo. Un giorno, qualche anno fa, mi hanno diagnosticato un’ernia tosta. Secondo il fisioterapista avrei dovuto smettere di correre per sempre, ma è proprio nel momento in cui me lo stava dicendo che mi è venuta in mente la promessa e ho ripreso ad allenarmi.
Pochi metri alla volta. Cinque minuti all’inizio non di più. Ad aprile ci sarò, perché ho detto ai mei bambini che, comunque vadano le cose, bisogna correre fino al traguardo. Tanto più che grazie a Romaltruista potrò provare a dare un senso a questa sfida contribuendo ad aiutare questa organizzazione che va incontro ai più deboli. Roma è una città ricca di luce, ma ai margini dell’impero sono in tanti che hanno bisogno di aiuto.
Per me l’importante è arrivare, anche zoppincando, fino al traguardo della maratona di Roma. Così come è importante poter restituire un bicchiere d’acqua a chi qualche tempo fa è venuto a portarlo dalle parti mie, quando la comunità ne aveva bisogno. Vengo da L’Aquila, so di cosa parlo.