Renzi all'Aquila, scontri e cariche della polizia: 4 feriti e polemiche
Cortei non autorizzati, lanci di sanpietrini, uova e transenne, cariche della polizia. Scontri all’Aquila per la visita di Matteo Renzi, la prima in Abruzzo da quando è primo ministro. Il premier è arrivato all’Aquila intorno alle 17,30 ma il primo appuntamento in programma nella nuova sede del Comune è saltato per gli scontri. Tre manifestanti e una poliziotta sono rimasti feriti negli scontri in piazza San Bernardino e nei pressi del Gran Sasso Institute. Il governo ha smentito il cancellamento della tappa, sostenendo che era in programma solo la visita al Gran Sasso Institute, resta il fatto che le autorità lo hanno atteso a lungo sotto palazzo Fibbioni sede dove ci sarebbe dovuta essere la tappa “fantasma”.
La protesta nelle strade dell’Aquila. In piazza sono scesi il comitato 3 e 32, attivo per la ricostruzione del capoluogo, i comitati contro la petrolizzazione, che protestano contro il nuovo insediamento Ombrina Mare 2 nella costa teatina, e i rappresentanti del mondo della scuola contestano la riforma varata dal governo. Ma anche altre associazioni e persino i tifosi del Teramo calcio che protestano per la serie B considerata “scippata”.
Renzi all’Aquila, ecco i perché della protesta
Il corteo non autorizzato. I manifestanti si sono riuniti alla villa Comunale, la città è stata blindata ma i comitati sono riusciti a entrare nella zona rossa con un corteo non autorizzato. Sono arrivati nella piazza di San Berardino, a circa 150 metri da palazzo Fibbioni dove era previsto il primo incontro tra Renzi e le autorità. Qui ci sono stati momenti di tensione con le forze dell’ordine e qualche spinta. Ad avere la peggio è stato un manifestante rimasto lievemente ferito. Soccorso anche una poliziotta che ha avuto un malore durante le fasi pià coincitate della manifestazione.
Renzi all’Aquila, proteste e scontri con la polizia
Scontri e cariche della polizia vicino al Gran Sasso Institute. Quanto accaduto a palazzo Fibbioni ha fatto cancellare la tappa del premier che si è diretto al Gran Sasso Institute. Ma nelle vicinanze sono scoppiati altri scontri con lanci di sanpietrini e transenne cui è seguita una carica della polizia. Qui si registrano altri due feriti, tra cui un ragazzo del comitato 3.32.
Calata la tensione in piazza, nel Gran Sasso Institute è cominciato l’intervento del premier che ha anzitutto precisato la scelta di posticipare fino ad ora la visita: «Mi ero detto “non metto piede a L’Aquila finché non è chiaro lo scenario”. Talvolta in passato si è data l’impressione di far prevalere l’aspetto scenografico alla risoluzione del problema. No annunci show e shock, no alla mediatizzazione de L’Aquila, anche se è stata una buona idea farci il G8. Sì a una discussione di merito su questioni aperte». Il presidente del consiglio ha anche affrontato la questione ricostruzione e, assicurando che «i soldi ci sono», ha fissato un appuntamento per il prossimo anno: «Diamoci appuntamento da qui a meno di un anno, per andare a vedere i cantieri. La priorità è il centro storico».
Poi, più in generale, ha aggiunto: «Questo territorio, ma più in generale il Mezzogiorno e tutta l’Italia, ha tutte le possibilità per ospitare centri di eccellenza. Divideremo il Mezzogiorno in 15 aree, tra cui l’Abruzzo, e a ognuno chiederemo un progetto di due anni».
Matteo Renzi, dopo le proteste di un consigliere comunale durante il suo intervento, ha anche fatto riferimento agli scontri tra manifestanti e polizia. «Solidarietà all’agente ferito al setto nasale all’inizio di queste contestazioni».