È già diventato un libro fotografico il breve tour italiano dei Pearl Jam, che a giugno ha toccato gli stadi di Trieste e di Milano. “Come back – Pearl Jam in Italia 2014” a cura di Antonio Siringo, è la fotocronaca delle uniche due tappe tricolori del tour mondiale della band di Seattle.
SI PARLA ANCHE DEL FAN AQUILANO
Scrive Luca Villa nella prefazione: «”Ho fatto tanti brutti sogni recentemente, così tanti che ora ho paura di chiudere gli occhi. Penso di aver letto troppi giornali”, dice Vedder a San Siro. “Ma ora che vedo tutti voi qui a Milano, è un grande sogno”. Ad ogni concerto dei Pearl Jam ti capita di guardare il pubblico ed emozionarti, ma se ti voltavi verso la folla a San Siro durante “Thin air”, una lacrima era lì a bagnarti il viso e ti sembrava davvero di essere dentro un grande sogno. In un momento del genere capisci quanto loro fanno parte della tua vita così come noi, come pubblico italiano, facciamo ormai parte delle vite di Ed, Stone, Jeff, Mike, Matt e Boom…».
Sessantamila spettatori a San Siro, trentamila allo Stadio Rocco sono stati la miglior conferma del pubblico di casa nostra (ma moltissimi, soprattutto nella data triestina, sono arrivati anche dall’estero…) a questo rapporto specialissimo. E il fatto che ora arrivi questo “istant book”, a distanza di così poco tempo dai concerti, è un ulteriore segnale del seguito su cui Eddie Vedder e compagni possono contare in Italia, oltre che ovviamente nel resto del mondo.
La tappa triestina è immortalata con immagini e testi. Fra le prime, scattate dentro e fuori dallo stadio dallo stesso Siringo oltre che da altri fotografi fra i quali il nostro Francesco Bruni, va segnalato un paio di scatti in bianco e nero sul canale di Ponterosso. «Trieste è stracolma di fan già il giorno prima, ti diverti a fermare alcune immagini in cui gli austeri monumenti sono ravvivati dai tocchi colorati delle loro t-shirt. Un’invasione benigna di portatori sani di rock…».
E passi per l’ennesimo, ormai inevitabile strafalcione geografico quando Trieste diventa «la splendida città friulana…».
Il resto del volume è sapientemente calibrato fra la grinta e la passione dei Pearl Jam, e l’entusiasmo del pubblico, composto da giovanissimi ma anche da quarantenni e cinquantenni che magari seguono la band di Seattle sin dai tempi degli esordi ormai un quarto di secolo fa.
Ancora dal libro: «”Non siate troppo tristi. Non mollate”, dice Vedder ai trentamila dello Stadio Rocco di Trieste. “Rivolgetevi a qualcuno, alla musica, a qualcosa privo di dolore, all’oceano, al cielo…”».
Parole che riportano alla poetica del cantante e leader della band. Da segnalare che ai testi delle loro canzoni Arcana aveva già dedicato, prima del tour italiano, un altro volume: “Pearl Jam. Still Alice. Testi Commentati” (Arcana, collana Txt, pagg 430, euro 19,50), di Simone Dotto.
Un altro libro interessante, che ripercorre la storia del quintetto, dalle origini nei primi anni Novanta al trionfale ritorno del recente album “Lighting bolt”, attraverso i testi di Eddie Vedder, da sempre leader, voce e primo autore del gruppo.