La storia dei Genesis scivola sulle corde di Steve Hackett
Una Gibson ben equipaggiata sul palco dell’ultimo appuntamento della quarantaduesima edizione di Pescara Jazz. Stasera, al Teatro D’Annunzio si esibisce uno dei personaggi più importanti della storia del rock britannico: parilamo di Steve Hackett, storico chitarrista dei Genesis nella prima parte degli anni ’70, a chiudere la rassegna. Steve Hackett porta sul palco un concerto che ne rappresenta a pieno la vicenda artistica, sin dal titolo: Genesis Extended è la sintesi estrema in due parole di un repertorio che parte dal celebre gruppo di cui il chitarrista è stato parte integrante nel periodo progressive, quello più significativo dal punto di vista creativo, passa per i brani proposti nei dischi in solo e con gli altri protagonisti di quella stagione e, grazie alla presenza di una band formata da musicisti passati per le formazioni più rilevanti del rock, arriva alla definizione di quanto accade oggi sulla scena internazionale.
Forse, quelli di Hackett erano i Genesis più amati dagli appassionati del rock, la band destinata brillare nel firmamento della tendenza “progressive” insieme a Yes, King Crimson, Jethro Tull, un certo corso dei Pink Floyd e pochi altri. I dischi di quel periodo, compreso tra il 1970 e il 1977, riempiono gli scaffali dei collezionisti: Nursery Crime, Foxtrot, Selling England By The Pound, il colossal The Lamb Lies Down On Bradway, concepito come un musical chimico decenni prima della techno. Con una carriera e un repertorio che attraversa decenni di storia del rock, dal progressive dei Genesis alla sua eccezionale carriera solista, dopo i sold out del Genesis Revisited Tour nel 2013, i premi e i concerti in teatri storici come la Royal Albert Hall, Hackett continua il suo Genesis Extended Tour, che sta girando il mondo e include nella sua selezione – oltre ai classici – alcune delle gemme del repertorio della band che non avevano potuto essere incluse nel tour precedente. Sul palco con Hackett un gruppo di musicisti di altissimo livello che lo segue da tempo: Roger King alle tastiere, Gary O’Toole alla batteria, alla percussioni e alla voce, Rob Townsend al sax, al flauto e alle percussioni e Nad Sylvan alla voce, mentre al basso ci sarà il ritorno di Nick Beggs.
Cala così il sipario sulla rassegna che quest’anno ha visto in scena nomi del calibro di Hiromi Uehara, Stefano Bollani e Hamilton De Holanda, il folletto col mandolino, fino ad arrivare a Simona Molinari e Al Jarreau.
Il biglietto di ingresso al Teatro D’Annunzio costa 50 euro per il primo settore numerato in poltronissimo, 46 euro per il secondo settore numerato e 35 euro per la gradinata non numerata: i prezzi sono comprensivi dei diritti di prevendita. Il concerto, prodotto da Alhena Entertainment, avrà inizio alle 21.30.