Allarme maltempo per i 6mila nelle tendopoli
Le prime, durissime, notti di maltempo con vento, pioggia ed anche neve (sul monte Ocre a quota 2.204 metri e sul Gran Sasso), il tutto condito da temperature molte basse, in alcuni casi vicini allo zero, ha provocato polemiche e proteste non solo tra gli sfollati, circa 6mila, rimasti nelle tende in attesa di una sistemazione. Intanto, il capo della protezione civile, Guido Bertolaso rinnova l’invito agli aquilani a lasciare le tendopoli e afferma: “Siamo in grado già in questo momento di garantite un tetto a tutti coloro che sono fuori casa, sia ai cittadini che hanno avuto la casa dichiarata inagibile, sia a quelli che devono fare piccoli interventi di riparazione”. Oggi, dopo la prima notte al freddo, molte sono state le segnalazioni arrivate alle istituzioni, in particolare alla protezione civile. Il Comune dell’Aquila ha subito autorizzato l’apertura dei riscaldamenti nelle strutture pubbliche. Hanno protestato i genitori dei bambini che vanno a scuola nelle tende in attesa della realizzazione dei moduli provvisori. I genitori, che hanno chiesto di mantenere l’anonimato, hanno puntato il dito contro la mancata attivazione della struttura provvisoria: “Prima ci avevano detto che i Map sarebbero entrati in funzione oggi, poi, ci hanno annunciato che ci vogliono tre o quattro giorni. Ma lì c’é ancora un cantiere. La nostra vita è un caos ed i bimbi sono costretti ad andare a scuola in condizioni scandalose”. Davanti a questa emergenza nell’emergenza, i vertici della protezione civile stanno verificando la possibilità di accelerare la realizzazione delle case provvisorie e la conclusione del piano di chiusura delle circa 60 tendopoli, dove ci sono circa duemila tende. Intanto, il dirigente Fabrizio Curcio ricorda la campagna di sensibilizzazione rivolgendo un appello a coloro ai quali è stato assegnato un alloggio antisismico prefabbricato: “Chi oggi ha una casa assegnata e sa quindi che nel giro di qualche settimana sarà in un alloggio, accetti di trasferirsi per qualche tempo in albergo anche non proprio prossimo all’Aquila. Così si eviterebbero disagi e problemi”. In un primo momento, il piano di chiusura delle 171 tendopoli si sarebbe dovuto concretizzare entro settembre, anche se poi tutto è slittato a causa della paura scattata per la forte scossa di qualche settimana fa e per la richiesta di sindaci e cittadini di rimanere in tenda per andare direttamente nelle casette senza il passaggio in albergo. Proteste nelle tendopoli di Ocre, dove è arrivata la neve. “La neve è sempre uno spettacolo – commenta Alessandra Giorgi, 29 anni, ospite della tendopoli di San Felice D’Ocre – ma a questo spettacolo ci sarebbe piaciuto assistere da dietro il vetro di una finestra e non dall’oblò di una tenda. E invece – aggiunge – a sei mesi dal terremoto siamo ancora qui”. Parte della sua famiglia, residente in una casa classificata B è ancora in tenda. (Berardino Santilli)