L’Aquila Rugby in affanno, ma ha già vinto la battaglia più dura
Tutto sembrava perso nella tragica notte del sisma ma la squadra è risorta grazie all’affetto dei tifosi.
di Fabio Iuliano
L’AQUILA. Sono passati diversi anni da quando Massimo Mascioletti parlò del rugby come uno sport «brutale nella sua chiarezza: se non sei disposto a batterti, perdi». Parole che acquistano oggi ancora più senso, specie nel contesto impegnativo con il quale L’Aquila Rugby deve confrontarsi da quella brutta notte di aprile. Da quella notte, in cui i neroverdi hanno detto addio alla maglia numero 1, che resterà per sempre sulle spalle di Lorenzo Sebastiani, sono passati quasi sei mesi. L’Aquila ha lambito il sogno di una promozione insperata, scrivendo comunque una delle pagine più belle della passata stagione sportiva. Capitan Zaffiri e compagni hanno scelto di andare fino in fondo e non chiedere una promozione d’ufficio, che pure era dovuta. L’ultimo atto della stagione regolare del campionato di serie A viene giocato sulla costa, davanti agli sfollati. Poi la doppia semifinale a Roma contro la Lazio, per arrivare alla finale contro il Prato. Un sogno che si infrange solo nei tempi supplementari. I neroverdi ci credono fino all’ultimo, così come i tanti tifosi sugli spalti del Flaminio. Ma il cuore non basta. Poi ancora, in un bel giorno di estate, arriva come un fulmine a ciel sereno la notizia che sarebbe comunque arrivato il Super 10. Così, neanche il tempo di tirare il fiato per la pausa estiva, la società di Giacomo Pasqua si è trovata a gestire un impegnativo passaggio di categoria, specie per chi come i neroverdi non ha ancora un campo di allenamento perché sull’erba ci sono le tende degli sfollati. La cosa non sembra aver scoraggiato più di tanto Mascioletti e compagni, anche se in queste ultime settimane, si iniziano a sentire sulle gambe gli effetti dei tanti chilometri fatti quotidianamente per gli allenamenti. Tanto più che alcuni giocatori – Myring fra questi – sono costretti a fare avanti e dietro da Roma. «La cosa non deve certo diventare un alibi», ha commentato Mascioletti all’indomani della sconfitta di Prato, «certo è che se qualcosa non funziona, questo lo si deve in parte alle difficoltà logistiche». L’Aquila che continua a lottare dentro e fuori il campo in questa «partita a scacchi giocata in velocità». L’Aquila che riparte dal capitale più grande che il terremoto non ha certo portato via: l’affetto dei propri tifosi. E adesso, placcaggio dopo placcaggio, c’ da superare questo momento iniziale che vede i neroverdi relegati all’ultimo posto, per rientrare quantomeno nella mischia delle outsider. Si riparte da Mogliano Veneto, nella trasferta del VeneziaMestre, in attesa di tornare al «Tommaso Fattori», violato mercoledì dai Cavalieri Prato.