La vita reale dentro il Social Network
di Fabio Iuliano
Succede di tutto nel mondo dei social network, come Facebook, Myspace, Second Life. C’è gente che spende soldi reali per poter inviare un aperitivo virtuale. C’è chi prova la soddisfazione di aver “accumulato” un maggior numero di amici rispetto agli altri. Con relazioni del tipo «Oggi ho stretto amicizia con Giuseppe Rossi, Francesca Bianchi e Giuseppina Lia Sergioni, ma devo mettere in agenda di fare uno squillo a Filippo per ricordargli di accettare la mia friend request». Con Facebook si può.
Anche per chi è timido di natura, così non si è costretti a superare il problema. Si sentono discussioni del tipo «Giovanni, vieni al bar?» – «No, grazie. Ho ordinato una bibita virtuale».
Andiamo per ordine. Facebook è un «social network» che permette di chattare con i propri contatti, scovare amici che non vedevi e sentivi da anni e, soprattutto, condividere materiale audiovisivo (foto, filmati e registrazioni musicali). Può capitare che un amico ti inviti ad entrare nella community virtuale dedicata alla musica dei Rolling Stones, oppure nel gruppo degli amanti della pizza. Puoi inserire le tue foto e “taggarle” con i nomi dei tuoi amici. Per molti, risulta ancora difficile capire perché all’inizio di quest’anno gli italiani iscritti a Facebook erano circa 100 mila, prima dell’estate poco più di mezzo milione, a settembre erano già raddoppiati e nel giro di altri due mesi sono arrivati a oltre 4 milioni. Il fondatore di Facebook si chiama Mark Zuckerber. Ha inventato il social network mentre era studente ad Harvard. Oggi ne è amministratore delegato. Nel 2008, la rivista statunitense Forbes lo ha nominato “Il più giovane miliardario del mondo” con un patrimonio netto stimato intorno al miliardo e mezzo di dollari. Il sito nacque per mettere in contatto gli stessi studenti dell’università; oggi ha 59 milioni di utenti e 2 milioni di nuove iscrizioni ogni settimana. Di certo, un business non male. Alcuni esperti hanno fatto una valutazione del potenziale di Facebook di 15 miliardi e l’enorme potenziale ha portato Microsoft ad acquistare 1,6% del social network per 240 milioni di dollari. Così, mentre milioni di Facebook-dipendenti caricano volontariamente le loro informazioni personali, foto ed elenchi dei loro oggetti di consumo preferiti, gli ideatori del sito rivendono le informazioni agli inserzionisti. Il 6 novembre dello scorso anno, Facebook ha annunciato che 12 marche multinazionali incluso Coca-Cola, Blockbuster, Verizon, Sony Pictures e Condé Nast aderiscono al progetto.&nb sp; E questo, mentre restiamo incollati sino alle tre di notte a «curiosare» su Facebook seduti alla scrivania con i rimasugli di una pizza, ordinata per telefono. E questo, mentre “sbaviamo” davanti al monitor per le foto inserire dagli amici. Belle immagini di sé con tanto di elenco annesso di gusti e preferenze, per cercare approvazione. Perché tutti cercano di arricchire l’offerta voyeuristica inserendo delle foto al top, magari anche con qualche ritocco al photoshop. Del resto, c’è da chiedersi perché mai improvvisamente tutti hanno bisogno di un computer per mettersi in contatto con la gente che gli sta intorno, abbandonando le proprie relazioni sociali alla fantasia di un manipolo di smanettoni informatici in California. Improvvisamente telefono, Sms ed e-mail (per non parlare della cara vecchia, vita reale), sono diventate obsolete? Meglio non pensarci e godere lo spettacolo «sorseggiando» comodamente un aperitivo virtuale Di questo passo, complici anche i giri di vite per la guida in stato di ebbrezza, i banconi dei locali tradizionali, dovrebbero svuotarsi. Per fortuna, buona parte dei facebookiani ha ancora bene a mente che, per quanto più difficile, è meglio conoscere il proprio partner dal vivo. Che è meglio sforzarsi di parlare più forte delle casse acustiche di un pub piuttosto che «copia-incollare» al computer citazioni di Pablo Neruda con la speranza di far colpo in chat.
fonte: www.maracanasport.net