Piazza Duomo, il mercato che sfida gli iper
Suoni, odori e colori nel cuore del capoluogo
L’AQUILA. Ogni giorno, dalle sette del mattino sino all’ora di pranzo, decine di bancarelle accolgono gli aquilani (e non solo) nel mercato di piazza Duomo. Quest’anno gli affari vanno leggermente a rilento, complice anche il maltempo dei giorni scorsi. Gli ambulanti, come tutti gli altri commercianti del centro storico, sentono il peso della maxi distribuzione. È buio alle 5.30 del mattino e gran parte della città è ancora assopita. La colonnina di mercurio non va oltre lo zero. Pochi girano a quest’ora in piazza Duomo, che è quasi sgombra da automobili.
Gran parte degli ambulanti è ancora a casa, ma non certo i fruttivendoli che – come ogni giorno – sono già sul posto, pronti a dar via a una nuova giornata. Sistemano le casse di frutta con le mani, proteggendosi dal freddo pungente con guanti e paraorecchi. «Sarebbe bello lavorare in un mercato coperto» commenta Marina Dundee , titolare di uno degli stand che vendono frutta e verdura. «Oltre a causare disagi a tutti noi che lavoriamo, il freddo scoraggia anche i nostri clienti. Non bisogna dimenticare» aggiunge «che siamo già penalizzati dalla carenza dei parcheggi nel centro storico». La piazza si anima alle 7, quando gran parte dei venditori ambulanti occupano il loro posto e si preparano ad accogliere i clienti. Non sono in molti a “urlare” le loro offerte e i loro prodotti. Specie nelle prime ore del mattino, tutto si svolge in un religioso silenzio, rotto solo dalle note che provengono dalla bancarella di Alberto Capretti a capo piazza. È da oltre vent’anni che la sua famiglia fa da colonna sonora al mercato, riproducendo prima musicassette ora cd a ripetizione. «Quest’anno vanno forte gli italiani» commenta. «Le hit-parade di Natale sono dominate dai cantanti tipo, Zucchero, Celentano, Ligabue». Mentre parla, lo stereo nel furgone va avanti a suon di Certe notti e Non è tempo per noi. Le canzoni del “Liga” intrattengono alcune studentesse intente a scegliere, nello stand di fronte, delle maglie. «Sono i prodotti di maglieria i più venduti» commenta uno dei rivenditori Rocco Marotta , indicando il banco con le maglie assortite da 7 euro ciascuna. «Per noi è molto più facile attirare i clienti con questi prodotti che rivendere abiti in cachemire a prezzi più elevati». Poco a lato, c’è il furgone di Alessandro Sticotti che vende stoffe e biancheria. «È il rosso, in questi giorni il colore che va per la maggiore» dichiara, lamentando un calo generale nelle vendite rispetto agli ultimi anni. Per i prodotti di abbigliamento, i rivenditori puntano ad attirare i clienti tirando la cinghia al massimo e offrendo i loro capi a prezzi ridotti all’osso. Per quanto concerne, invece, i prodotti alimentari, la strategia è orientata più su un discorso di qualità. Molti ricorrono alla produzione propria. È il caso di Roberto Ursini , titolare di un’azienda avicola che vende i suoi prodotti con lo slogan “uova da bere”, oppure di Domenico Di Cola che vende formaggi e altri latticini realizzati direttamente nella sua azienda di Pizzoli. È in questo settore che si sente maggiormente il peso della grande distribuzione. «Stiamo vivendo un momento di stasi» commenta Ezio Nardecchia , titolare di una delle rosticcerie ambulanti. «Questo Natale stiamo vendendo meno», aggiunge. «Io però, il pollo lo compro sempre e solo qui» si inserisce Gabriella Colangelo , consumatrice attenta che va spesso in piazza a fare la spesa. «Tendo a comprare al mercato gran parte dei prodotti alimentari, specie in estate quando preferisco la frutta fresca delle bancarelle a quella dei banconi dei supermercati che ha sempre lo stesso sapore». Durante il periodo di Natale, il mercatino ha attirato le telecamere di «Ballarò».