“Simone vorrebbe fare una battuta alla cameriera ma alla fine lascia prevalere Nighthawks, immaginando di essere un personaggio del quadro di Hopper, I nottambuli, appunto. Nella tela, lo scorcio notturno di una strada metropolitana fa da sfondo a un grande

Un’illusione ottica quella del civico 24 di via Sassa, la via della movida aquilana ante-sisma, insieme alla vicina piazza San Biagio. Giovedì scanditi dai subwoofer di Carosone dj, dalle playlist meta-commerciali del Magoo, dai pre-serata al Coloniale, o dalle promesse

Cogli l’attimo… pare facile ma non lo è. Sentite questa storia raccolta in uno dei peggiori bar,  taccuino penna ed entrambi i gomiti appoggiati su un bancone piuttosto affollato sistemato a ridosso di una pedana dove un gruppo rock si

“Un giorno all’improvviso… m’innamorai di te! Il cuore mi batteva, non chiedermi perché?!“. In una fresca domenica di metà aprile con il sole che rinuncia a farsi vedere anche nell’ultima giornata di campionato, i tavolini del bar Racing & Tutti qui

Il nostro è un ritorno tra i peggiori bar della zona, ossia in quei locali in cui si respira ancora un’atmosfera che sa di autentico, in una notte in cui si contano i segni e ci si riconosce anche da

Volete una sintesi degli ultimi dodici aperitivi della Vigilia, dal 2009 a questa parte per intenderci? Chiedete a questo gruppo di ragazze, occhiali tondi e cappelli di babbo Natale alternati a mascherine nere. Portabottiglia a tracolla griffato pro loco di

Parafrasando – e pure male – lo scrittore britannico Douglas Adams, avevamo iniziato questo percorso tra i “peggiori bar”, cercando quel locale (o quei locali) frequentati dagli angeli del sabato sera. Quelli che arrivano al bancone esausti anche solo per

La playlist del Punto Basilio, il bar di fronte al Dipartimento di Scienze umane, riporta i sensi indietro di dieci o quindici anni, quando ponteggi, puntellamenti e aggregati erano termini inutilizzati nel tuo vocabolario e il cielo era azzurro sopra

Che strano effetto fanno gli edifici di notte, quando sembra tutto più piccolo, più vicino. Sai bene che forme e distanze sono le stesse del giorno, ma la luce artificiale disegna prospettive inedite tra gli strati cutanei del conscio. Alle

“Preferirei morire anziché vivere in un mondo in cui non posso più prenderti a calci”, si trova a dire a un certo punto del film il buon Andy Samberg – nei panni di Rod Kimble – protagonista di Hot Rod,