Giornalista, scrittore e opinionista politico-culturale, George Orwell è considerato uno degli autori più influenti del XX Secolo. La sua grande fama è legata in parte a due romanzi, scritti verso la fine della sua vita negli anni Quaranta: l’allegoria politica di “La

Lithium 48 racconta una storia che fin dalle prime pagine confonde e sconcerta il lettore. È impossibile infatti non domandarsi se la realtà che il protagonista Simone sperimenta sia concreta o frutto delle sue allucinazioni. Il ragazzo è vittima della

“I libri migliori sono quelli che ci dicono quel che già sappiamo”: è con quest’unica frase che George Orwell ha sempre definito il suo modo di scrivere. Ed è in “1984” che questa verità si palesa nel modo più evidente

Un racconto ambientato nel 2002 in una Parigi stravolta dalle paranoie del protagonista Simone, rinchiuso tra le mura di un ospedale psichiatrico con un buco nella memoria di quarantotto ore. Una storia intensa e sofferta che riflette un momento storico

Cosa può succedere alla propria vita in quarantotto ore? Quanto può cambiare senza che, sulle prime, non si ricordi nulla? Come ci si può improvvisamente trovare in una stanza sconosciuta con le sbarre alle finestre? Come si è arrivati ad

Il motivo che mi ha spinto a leggere “Lithium 48” è stato il genere distopico. Io amo i romanzi distopici, sia le pietre miliari di Orwell, Bradbury e Huxley, sia i più recenti distopici con contaminazioni YA. Non è lo

L’episodio di Blackmirror intitolato Caduta libera mostrava le possibili conseguenze di una società in cui un punteggio “sociale” contribuisce a dare alle persone accesso a diverse opportunità in base alle votazioni ricevute online. Una situazione piuttosto simile potrebbe ora verificarsi

Stiamo costruendo una distopia basata sull’intelligenza artificiale, un clic alla volta, dice la tecno-sociologa Zeynep Tufekci. In un intervento rivelatore, ci spiega come in aziende come Facebook, Google e Amazon gli stessi algoritmi utilizzati per attirare clic sulle pubblicità vengono