«Ammiro chi resiste, chi ha fatto del verbo resistere carne, sudore, sangue, e ha dimostrato senza grandi gesti che è possibile vivere, e vivere in piedi, anche nei momenti peggiori». Le parole di Luis Sepúlveda sulle pareti di un vicolo del centro,

“A chi resiste”. La dedica che Giuseppe Tomei riserva al suo libro “Io non c’ero” regala alla Resistenza un concetto originale, declinabile in tanti sensi possibili, specie in una città come L’Aquila, specie in un momento in cui i valori della democrazia