Quaranta (ma in realtà oltre cinquanta) artisti di tutto il centro Italia distribuiti in un undici spazio da una parte all’altra del borgo di Fontecchio (L’Aquila). Poesia, danza, arti grafiche e accordi declinati sulla falsariga dei Mapp (Mission arts and performance project), festival itineranti concepiti e promossi negli Usa. Ecco “Niente di speciale” è un raduno di artisti, amici, residenti e visitatori in programma per sabato 3 ottobre. L’idea è di Todd Thomas Brown, 49 anni, artista statunitense originario di Brandon, un paese di circa 4mila abitanti, nel Vermont. Da tempo, Brown si è stabilito in paese con l’idea di realizzare qui

Si riparte dal teatro, perché l’emozione di calcare un palcoscenico non la trattieni con un paio di monologhi in streaming. Si riparte dalla musica, grazie a collaborazioni di prestigio come quella col jazzista Fabrizio Bosso. Si riparte dal cinema, con festival e proiezioni nell’arco dell’anno. Si riparte dall’arte contemporanea, con un foyer pronto ad aprire al pubblico domani (ore 18) per la prima volta in una serata evento all’Aquila in cui verrà presentata la nuova stagione e si farà luce sui lavori di ammodernamento della sala teatrale e cinematografica e sulla costruzione del nuovo padiglione. L’appuntamento è al Parco delle

Musica, poesia, teatro con ospiti come Francesco Piccolo, Edda, Agostino Ferrante e Sonia Bergamasco. Piuttosto articolata l’offerta del cartellone di attività culturali allestito per il nuovo anno accademico dall’Università dell’Aquila. Il primo step dalla prossima settimana con la terza edizione del festival teatrale “Aria”. A presentare questa kermesse e le altre proposte sono stati il rettore Edoardo Alesse, il direttore Pietro di Benedetto, oltre al professore di Lettura italiana Gianluigi Simonetti e alla professoressa di Storia del teatro Doriana Legge. Il primo appuntamento della rassegna è in programma lunedì 5 prossimo alle 18.30. In scena all’auditorium Renzo Piano (sede di tutti gli appuntamenti) c’è Cantico dei cantici, con

Non è tanto la data di uscita, il 24 settembre di 29 anni fa con una distribuzione inizialmente in sordina (la prima settimana furono vendute circa 6mila copie, un po’ pochino per quei tempi). La data che si ricorda cade all’inizio di gennaio dell’anno successivo, il 1992 quando “Nevermind”, il secondo album dei Nirvana, tira giù “Dangerous” di Michael Jackson dal numero uno della classifica di Billboard, in cui rimase per 263 settimane. Bella cosa per un album lanciato dalla casa discografica Geffen con l’obiettivo di superare, o quantomeno eguagliare le 250mila copie di “Goo” dei Sonic Youth, pubblicato nel

Esce in queste ore su tutte le piattaforme digitali, “Trip” il nuovo singolo targato Treva and the Mojos, la band fondata dal pescarese Andrea Ambrosini, 31enne che, dopo aver studiato all’Aquila, si è trasferito a Melbourne insieme alla compagna Camilla Franchi, coetanea, anche lei abruzzese, originaria di Picenze, frazione di Barisciano alle porte del capoluogo. Dopo il successo di “In the Ditch”, Ambrosini si è rimesso sotto lavorando a distanza con la sua band, i cui musicisti vivono in Europa. Di fatto, nello stato di Victoria si può lavorare solo su sessioni di registrazione a distanza: seppure con restrizioni lievemente

Tante volte, nell’arco dei circa 30 anni di carriera dei Pearl Jam, i progetti paralleli dei singoli membri hanno preso il sopravvento sul cronoprogramma della band. Già dalla metà degli anni Novanta, quando Eddie Vedder si trovava talvolta a raggiungere per conto proprio le aree dei concerti, Mike Mc Cready e gli altri gli chiesero più di una volta: “Do you still wanna be in the band anymore?”. Ma c’è forse un disco che ha segnato uno spartiacque tra la produzione del gruppo e la firma personale del suo frontman, la colonna sonora di “Into the Wild”, uscita esattamente 13 anni fa. Vedder fu

Panni e oscuranti. Americane in alluminio. Sipari all’italiana, sipari alla greca. Carrucole e rocchetti, cavi audio e prese elettriche alla rinfusa ad occupare due terzi della stanza. La ripresa stagionale alla Casa del Teatro in via Ficara fa i conti con le nuove disposizioni anti-Covid e con un decreto in uscita ad ottobre volto a garantire la sopravvivenza delle realtà teatrali piccole, medie e grandi, importante avamposto culturale anche nella nostra comunità. «Stiamo vivendo un momento difficile e delicato», valuta l’attore e regista Eugenio Incarnati, mentre è al lavoro nella progettazione del nuovo design della stanza con relative procedure di sanificazione.

L’emozione di suonare davanti all’Ostello più alto d’Europa, con i suoi 2.115 metri sul livello del mare. Un palco minimal allestito sul piazzale di Campo Imperatore, lì dove arriva la funivia del Gran Sasso. Due chitarre, tre microfoni e un repertorio che sa adattarsi alle circostanze e ai repentini cambi climatici. L’ostello sorge proprio dove arrivava la vecchia funivia, dismessa nel 1988 e diventa naturalmente un museo. L’ingresso dell’ostello è collegato direttamente alla stazione attuale. Campo Imperatore è la base anche per chi pratica sci alpinismo godendo dei meravigliosi panorami che il Gran Sasso offre. Anche in questi ultimi giorni

Era prevedibile che restare tre mesi dentro casa a fare la pizza non ci avrebbe resi migliori, così d’émblee. Altra cosa è usare tempi e circostanze di un contesto difficile come quello del lockdown per guardarci dentro e riflettere, virare le luci al grigio. Un percorso che, magari, può passare attraverso le varie forme dell’arte: musica, letteratura, cinema, teatro, dance, pittura, scultura, tv, radio, web. Questo è il tema portante del primo lavoro editoriale realizzato da The Walk of Fame, magazine specializzato nel campo culturale, con base operativa in Abruzzo. Proprio da qui è partito il mini-tour promozionale del volume “Black