Lo scenario è quello di Trainspotting e ti sembra di sentire la voce fuori campo di Marc Renton che dice: “Ci saremmo sparati anche l’AstraZeneca se l’avessero dichiarata illegale”. Ma qui non c’è nessuna sostanza chimica da spacciare, solo libri e performance: i ragazzi lasciati senza cultura, cinema e teatro cercano disperatamente di riemergere dal vuoto in cui sono precipitati. L’idea arriva dalla Francia, ma le scene sono state riadattate e, tra una battuta e l’altra, fa breccia anche un po’ di dialetto umbro, con tanto di sottotitoli. Il cortometraggio è rimbalzato sui social nel giro di pochi giorni. “L’idea

CHERNOBYL

In tanti hanno evocato Chernobyl in questo ultimo anno, individuando a loro modo analogie e riferimenti indiretti alla sottovalutazione del rischio. Nella mia mente, però, Chernobyl si ferma al primo filo d’erba. Ricordo le attenzioni che prestavamo anche in Italia riguardo alla contaminazione degli alimenti e dei prodotti del pascolo e dell’allevamento. Alla tv lo ripetevano di continuo e sullo sfondo c’erano le immagini della centrale in rovina. Però un giorno di quelli mi misi in bocca un filo d’erba senza farci caso. Un gesto distratto, insignificante e senza conseguenze. Solo una: da quel giorno nella mia testa oltre alla

«Tu sei felice?». «No io solo un povero clown». Ironia, spiazzanti soluzioni sceniche, battute e musica nel nuovo appuntamento in tv dell’iniziativa “L’arte non si ferma”, a cura del Teatro Stabile d’Abruzzo. Una puntata che andrà in onda giovedì 18 marzo alle ore 22.30 su Rete 8 e, in replica, domenica 21 su La QTV, alle 18. Si tratta dello spettacolo “All’umor non si comanda” prodotto dal Tsa insieme all’associazione Ricordo e a Spazio Rimediato. Il testo è di Giuseppe Tomei, la regia di Fabrizio Pompei. In scena Cecilia Cruciani, Gemma Maria la Cecilia e i musicisti Alessia Centofanti e Fabio Iuliano. La scenografia è di Edoardo Gaudieri, i costumi del BrucaLab e

Un cognome, un nome, un rintocco di campana: ben 188 alla fine risuonati in 14 infiniti minuti nel silenzio del campo sportivo di Saletti, in un giorno in cui Nembro aveva ritrovato un primo sole d’estate. Il 23 giugno 2020, una comunità tra le più colpite dal virus in Val Seriana, nel Bergamasco, era riuscita a ricordare per la prima volta le proprie vittime. Per lungo tempo anche questo era stato loro negato. “Abbiamo vissuto tutto quello che stava accadendo da soli, nelle nostre case, con il senso di colpa, la rabbia, il dolore. Ora siamo qui fisicamente vicini. Ce n’era bisogno”,

Da qualche anno è approdata anche da noi in Italia. Il 17 marzo, molti luoghi vengono addobbati di verde e la birra scorre a fiumi. Stiamo parlando della festa di San Patrizio, una festa importantissima, anzi, possiamo tranquillamente dire, la festa più importante di tutta l’Irlanda. Ma esattamente, di cosa si tratta? Cosa si festeggia nello specifico? Andiamo a scoprire insieme come e perché si festeggia il St. Patrick’s Day nella nuova puntata di “Kubla Khan – visioni in sogno” il format di Streaming World tv. Un’attenzione in particolare a Fields of Athenry, un vero e proprio inno nazionale ufficioso,

Le canzoni di St Patrick, il cielo d’Irlanda, ma anche uno sguardo alle ultime novità del cinema e un saluto ai Raoul Casadei e Giovanni Gastel. Un focus sulla notte e del vecchio Jameson che viene a chiudere le porte. ASCOLTA THE WALK OF FAME WEEK Rt RadioTerapia · THE WALK OF FAME WEEK – 17 Marzo

Per la 22esima puntata di “Ticket To Ride, canzoni in viaggio” abbiamo scelto di fermarci nelle periferie. Lo abbiamo fatto chiedendo in prestito quel mitico furgone bianco che accompagnava i Modena City Ramblers nelle piazze di tutta Italia. “Non c’è niente da perdere, nous sommes le Clan Banlieue“, cantavano i Ramblers. “Banlieue” significa in francese “sobborgo” ed il titolo è probabilmente nato dall’amore del gruppo per le periferie. Le periferie sono tra i luoghi più dinamici. Territori in continua trasformazione, perché più aperti alla sperimentazione, sono quelli che per primi affrontano – e assorbono – i cambiamenti profondi della contemporaneità. Spesso, tuttavia, sono

La storia degli ultimi quarant’anni del capoluogo d’Abruzzo vista dalla prospettiva di un palcoscenico. È in libreria “Memorabilia. II Teatro L’Uovo, metamorfosi di un impegno artistico, sociale e civile” di Antonio Massena, tra i protagonisti di questa realtà sin dalla sua costituzione. Nel volume, edito da Titivillus Mostre Editoria, l’autore traccia il percorso del Teatro stabile di innovazione L’Uovo, analizzando il panorama territoriale e politico, svelando il progetto culturale alla base dell’Uovo, esempio di ricerca, sperimentazione e creazione. La presentazione è affidata a Lucio Argano, riferimento importante per la cultura nel nostro Paese, entrato più volte in contatto con la

L’espressione non è certo delle più eleganti, ma rende l’idea: “pestare una m*** sui social di questi tempi è molto più facile di quello che si pensi”. Specie se si investa molto tempo ed energie sui social e si entra in temi delicati e controversi come quelli con cui un po’ tutti facciamo i conti da un anno a questa parte. Se in questo tempo ti senti buono, tra quelli che “hanno Dio dalla propria parte” – per dirla alla Bob Dylan – è facile cadere nella tentazione di puntare il dito sui cattivi. Se ti senti buono e sei pure un giornalista