13 Gennaio 2019 Condividi

Basta risposte precarie #stazioniaperte

In questo momento ci sono in strada donne e bambini che supplicano di essere portati subito “a casa” perché si gela. I centri a loro dedicati non apriranno prima delle 20 e 40 e siamo qui a stringerci nei cappotti e nelle coscienze in attesa che i volontari li possano portare a destinazione.
Arrivano a decine al presidio di Piazzale Spadolini, nonostante i porti chiusi a scopo propaganda, in questi giorni freddi, freddissimi fuori e dentro. Dopo lo sgombero del 13 novembre, abbiamo avuto oltre 150 nuovi arrivi, compresi donne e bambini anche molto piccoli provenienti dagli sbarchi in Sicilia e Calabria, o dal nord Europa rispediti in Italia in applicazione del Regolamento Dublino. Si aggiungono ai migranti rimasti ancora esclusi dal sistema di accoglienza istituzionale, nonostante le promesse che ci erano state fatte dai rappresentanti delle Istituzioni prima e dopo gli sgomberi.
I volontari ce la stanno mettendo tutta: le attività, riprese a ritmi frenetici, impiegano decine di persone che condividono la strada con i migranti durante il giorno, cercando con i pasti caldi e un vestiario adeguato, di sopravvivere al freddo. Resistiamo, per natura e per senso di responsabilità ma l’assenza e l’accanimento delle Istituzioni stanno rendendo la vita di queste persone e le nostre vite per empatia e rispetto, troppo dura.  Troppo poche e precarie le risposte: 40 brandine offerte dal Comune e Ferrovie dello Stato poche ore ogni notte (dalle 21.00 alle 05.00), chissà per quanti giorni ancora, e continui rifiuti a cui seguono le solite scuse degli addetti ai call center del Comune, proprio quelli che dovrebbero fornire un supporto.

Grazie a decine di volontari, ai cittadini, ai donatori, noi continuiamo a fare la nostra parte ma non basta: 35mila persone che hanno firmato la nostra petizione change.org/Accogliamo chiedono a gran voce che le istituzioni e Ferrovie dello Stato si facciano carico di questa situazione, sono cittadini che non hanno ceduto alla narrazione fuorviante e contraffatta con cui purtroppo rappresentanti stessi delle istituzioni cercano di lavarsene le mani. Torniamo a chiedere quindi – e vi chiediamo di continuare a farlo insieme a noi – che il Consiglio di Amministrazione di Ferrovie dello Stato si renda presto disponibile ad un confronto con l’ente locale e le associazioni che operano nella zona, attualmente in modo precario e in condizioni proibitive, per rispondere alle primarie necessità dei migranti in transito e degli esclusi dall’accoglienza alla Stazione Tiburtina, e a 35mila cittadini che hanno deciso di non essere più indifferenti e di portare avanti questa battaglia per i diritti di tutti insieme a noi.