Lithium 48, il mondo nel 4038
2 Aprile 2018 Condividi

Lithium 48, il mondo nel 4038

Cosa può succedere in quarantotto ore? Come può cambiare la vita in quarantotto ore? Ritrovarsi in un posto, senza sapere come ci si è arrivati.

 

Lithium 48

Cercare di ricordare cosa si è fatto in quelle ore di puro e semplice vuoto, da quando si è scesi dall’aereo a quando, e come, si è arrivati in una stanza asettica. Il vuoto.

Quarantotto ore per descrivere Simone, il protagonista, e il mondo che lo circonda, fatto di personaggi solo vagamente abbozzati e mai perfettamente definiti, di uomini e donne che portano maschere che confondono i volti, rendendoli irriconoscibili.

Devo cercare di ricostruire come sono finito qui e soprattutto perché.”

Ecco quello che Simone, un giornalista da poco trasferitosi a Parigi, blogger e musicista alternative rock nel tempo libero, si chiede quando lo incontriamo, nella primissima pagina.

Lo seguiamo, pieni di dubbi e curiosità, mentre si guarda intorno, mentre vede tutto quel bianco che lo circonda e che, a momenti, lo soffoca, con le sbarre alle finestre e i suoi arti legati al letto.

E quelle pillole, ogni volta di un diverso colore, che gli fanno ingoiare, che gli annebbiano la mente mentre cerca di ricordare perché è finito lì, senza i suoi vestiti e tra quelle bianche lenzuola.

Cercando di ricordare le ultime quarantotto ore da quando è sceso dall’aereo e ha rimesso piede a Parigi.

È questo quello che descrive Fabio Iuliano, giornalista, blogger e musicista aquilano, insegnante di lingua e letteratura inglese, nel suo secondo romanzo, Lithium 48, edito da Aurora Edizioni.

Lithium, come il titolo di un famoso pezzo dei Nirvana e da Kurt Cobain, dal quale il protagonista sembra ossessionato, sulle cui note dovrebbe essere letto tutto il libro.

Tutto il libro, grazie alla maestria nella narrazione di Iuliano, è pervaso da uno strano sentimento d’ansia mista a nevrosi, di una corsa contro il tempo come se tutto fosse lì, ad un passo da noi, e che basti solo un ultimo scatto per raggiungerlo.

Fabio Iuliano

Simone corre, e noi con lui, lungo le pagine, seguendo il filo disordinato dei suoi pensieri e di quello che ha vissuto in quelle ore, incarnando gli abitanti del Terzo Millennio, delle nuove generazioni, sempre spiati, sempre attenti, sempre in pericolo.

E cosa resta, alla fine?

Cosa resta a tutti noi alla fine di questa corsa, oltre il fiato grosso e il dolore pulsante alle gambe? Qual è il premio?

La paura. La paura che assale l’essere umano nell’essere spiato, costantemente controllato.

Fai attenzione a quello che fai e dici. Niente sfugge all’occhio delle telecamere.

 

Written by Leonardo Biccari