Agricoltura: il ministro annuncia la riforma dell’Agea
24 Novembre 2017 Condividi

Agricoltura: il ministro annuncia la riforma dell’Agea

Un primo piano di riforma dell’Agea – l’agenzia per le erogazioni in agricoltura – tra le priorità del prossimo Consiglio dei ministri, in programma venerdì prossimo a Roma. È questo quanto ha assicurato il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, all’Aquila per presentare il suo libro Dalla terra all’Italia.

Un’occasione, per addetti ai lavori e rappresentanti di associazioni di categoria (alcune, come Confagricoltura, hanno disertato in polemica) anche di fare il punto sulle problematiche comuni di tante aziende abruzzesi, in un momento in cui la competitività pone sfide commerciali a livello globale e l’apparato burocratico rende impegnativo l’accesso a fondi e contributi.

BUROCRAZIA E DINTORNI

“Il tema è piuttosto delicato”, valuta il ministro, “sia in termini di difficoltà oggettive riscontrate in una progettazione adeguata in risposta ai bandi delle misure 4.1 e 4.2 (fondi Ue), sia in relazione al fatto che gli enti preposti all’erogazione in Italia sono diversi. Il collegamento tra Bruxelles, Mipaaf (Ministero per l’Agricoltura), Agea e derivazioni regionali è tutt’altro che univoco. In alcune regioni come la Lombardia, ad esempio, l’erogazione di fondi e contributi fa capo a organi esterni alle varie direzioni regionali delle Politiche agricole e all’assessorato”.

Il discorso è ben più complesso comunque e riguarda anche i fondi sulle Politiche agricole comunitarie, un accesso precluso al 70% delle imprese agricole rurali in Abruzzo (i dati sono riferiti al 2015). Una vicenda che ha anche a che fare con l’abilità del singolo imprenditore a districarsi nel mare magnum della documentazione da presentare per ottenere l’accesso ai contributi.

Lo sa bene l’allevatore Domenicantonio Federici di Barete (L’Aquila), la cui domanda di partecipazione al bando “Prati pascoli-misura 2016″ è stata inoltrata fuori tempo massimo a causa di una serie di difetti di comunicazione.

“Rischio di perdere un sostegno importante”, ha detto l’imprenditore locale intervenuto all’incontro con il ministro.

Altro nodo importante è quello relativo alla scelta del governo di abbassare da 150mila a 5mila euro il limite sopra al quale, per accedere a contributi pubblici, occorre la certificazione antimafia. Un limite ritenuto troppo basso per molte imprese agricole.

PREVENZIONE

“In questo ambito”, ha chiarito il ministro, “il Mipaaf ha seguito le indicazioni di un sistema nazionale che in tutti gli ambiti richiede prevenzione alla pericolo infiltrazioni. Certo, la sfida è quella di garantire sicurezza, lavorando al contempo per semplificare la vita a chi fa richiesta di contributi, specie per la parte al di sotto dei 5mila euro”.

Il libro del ministro riserva un’attenzione particolare all’aspetto dell’innovazione. Il volume si apre con le storie di imprenditori giovanissimi come Giuseppe, Enrico, Stefano, Carlo, Osvaldo e Ida, bravi a coniugare i tempi lunghi delle produzioni e dei raccolti agricoli, con il riscontro immediato del marketing (anche attraverso i social media), l’internet delle cose, la bioenergia.

“Nella lotta ad essere competitivi a livello comunitario, il contributo dei giovani, soprattutto quelli impegnati in agricoltura, è decisivo. Dobbiamo sostenere i nostri ragazzi, venendo incontro alle loro potenzialità. Le attività agricole e alimentari sono la spina dorsale della tenuta di tanti territori, soprattutto dopo tragedie come quelle dei terremoti”.

ABRUZZO, INFRASTRUTTURE E MANCATA PREVENZIONE

In questa partita, l’Abruzzo sconta dei ritardi a livello infrastrutturale.

“Questa terra può diventare sempre di più un laboratorio di futuro, ma bisogna colmare dei deficit importanti. Abbiamo compiuto dei passi in avanti importanti ma non bastano. Da qui al 2020 serve una rivoluzione ecologica e digitale le cui parole chiave sono sostenibilità, multifunzionalità e tecnologia. Da una parte”, ha concluso il ministro, “non possiamo però fare a meno di rilevare che in questa regione si fa poca prevenzione e si investe molto poco in assicurazioni. Bisogna fare azioni preventive per contrastare eventuali alluvioni, non si può ricorrere alle richieste di stato di calamità solo al momento del temporale”.

di Fabio Iuliano – fonte: Virtù Quotidiane