2 Febbraio 2016 Condividi

Avishai Cohen conquista Cesena, un jazz dalle Mille e una notte

Un jazz dalle Mille e una notte. Un pubblico quasi timido all’inizio di fronte al semi conosciuto artista, ma scatenato alla fine. Tutti in piedi ad applaudire per 5 minuti buoni e la standing ovation poteva durare di più, interrotta solo perchè alla fine Avishai Cohen – estasiato – se n’è andato dal palco del Bonci di Cesena insieme ai suoi colleghi, il bravissimo batterista Daniel Dor, e l’ordinato e continuo pianista Omri Mor.

Il bassista israeliano ha conquistato il pubblico, ma senza ammiccamenti, senza furbizie: semplicemente trasmettendo la sua musica che è figlia del suo multi culturale istinto di musicista: “Non è né bianca, né nera – ha detto brevemente dopo il concerto – è quella che mi viene da scrivere, e che scrivo, senza pormi il problema”. Eppure questo formidabile bassista, un “vicario di Dio in terra col basso”, uno dei più importanti musicisti del mondo, che tornerà in Emilia Romagna a Ravenna (5 maggio all’Alighieri), sa comporre e suonare una musica che trova le sue radici come molti tentacoli nella storia stessa del jazz e della musica.

2Da sonorità anni ’60 stile Grant Green o Herbie Hancock a ricordi arabo andalusi e intrisi di tradizione mediorientale, senza dimenticare un passaggio per il progressive e per la grande stagione del rock. E’ la frontiera nuova del jazz – e della musica – ma guai a chiamarla globalizzata, guai ad usare etichette con Cohen: le rifiuta espressamente. In un assolo ha persino fatto pensare ad un Jimi Hendrix, tanto era il carisma indiavolato e sonoro, gonfio, pieno, che usciva dalle corde del basso. Perchè è l’approccio allo strumento stesso, quasi una chitarra solista e virtuosa, che rende la sua musica qualcosa di nuovo e magnetico.Non viene spesso in Italia l’allievo prediletto di Chick Corea, si è scusato dal palco del Bonci, ma ora dopo il successo di ieri – la manager italiana gongolava, anche per la ressa post concerto per acquistare i suoi cd e i ragazzi di conservatorio a chiedere l’autografo sui suoi spartiti musicali in vendita – la
strada si è riaperta e le date torneranno.

Ah, guai a ricordargli che è nato lo stesso giorno di papa Benedetto XVI, il 20 di aprile: “Quel giorno è nato anche Hitler”, ti liquida così.  (fonte Ansa)