Mattarella, L’Aquila come Parigi: “La voglia di ripartire, un segnale per tutti”
17 Novembre 2015 Condividi

Mattarella, L’Aquila come Parigi: “La voglia di ripartire, un segnale per tutti”

La visita in Abruzzo del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lancia un messaggio a due città segnate da lutti  e paura. L’Aquila e Parigi unite dalla resilienza di chi non si arrende, in un percorso che parte da una nuova consapevolezza. Di qui la scelta di presiedere all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università dell’Aquila. A seguire la visita al borgo di Onna e l’inaugurazione del Tribunale. Queste le parole del presidente indirizzate agli aquilani attraverso il quotidiano il Centro.

L’Europa vive giorni di lutto e di solidarietà. Il terrore e l’odio di un fanatismo barbaro e violento non prevarranno. Anche per questo, accanto alla necessaria reazione e alle misure di sicurezza siamo impegnati a tenere viva – e a rafforzare – la rete di relazioni umane, sociali, economiche che costituiscono le basi della nostra civiltà.

L’Aquila è per noi un nodo vitale, crocevia di opportunità, di cultura, di sviluppo.

Nessuno di noi potrà dimenticare quel tragico 6 aprile 2009 quando tante vite furono spezzate e la città ferita. In quel momento la speranza e la solidarietà hanno cominciato a combattere la battaglia difficile contro la paura, la disperazione, la rassegnazione. Oggi L’Aquila è una sfida nazionale, è un impegno per l’intero Paese. Il futuro dell’Italia parte anche da qui. Dalla ricostruzione del suo tessuto urbano, di quello civile e delle relazioni sociali, di quello economico.E’ in gioco la capacità di confermare il modello Italia.

L’Aquila ha una storia antica che deve continuare. Nei suoi edifici, nelle sue piazze, ma soprattutto nei legami della sua gente. Nelle attività produttive, nell’università, nei suoi centri di eccellenza.Nelle tante bellezze artistiche, nella capacità di innovare, nelle reti di comunità. Parte da questo sentimento la ricostruzione. Dolore, difficoltà, sofferenze, disagi, hanno accompagnato il percorso dal terremoto ad oggi. Solidarietà e partecipazione lo hanno fortificato.

Sei anni sono un calvario doloroso. Ci vorrà ancora tempo, dedizione e determinazione per restituire alla Città e ai Comuni del cratere quella normalità che oggi viene invocata come un traguardo. Le energie ci sono. E c’è anche, adesso, un quadro normativo e di risorse statali in grado di assicurare sostegno stabile all’opera ricostruttiva, sia degli edifici pubblici sia di quelli privati. Rendere nuovamente vitale il tessuto cittadino, a partire dal centro storico, è essenziale per restituire a L’Aquila la sua identità. I cantieri aperti sono un segno di speranza. E non mancano notizie positive anche nei paesi circostanti, dove l’operosità delle persone e delle famiglie ha spesso colmato lacune organizzative.

È la fiducia il motore della ricostruzione. L’Italia e le sue istituzioni democratiche non possono permettere che i cittadini abruzzesi si sentano soli o trascurati. Lo Stato è presente, e la responsabilità pubblica, istituzioni locali comprese, mai può venire meno. Naturalmente è la partecipazione popolare ad essere indispensabile. I cittadini aquilani hanno già dimostrato di voler essere protagonisti. E di saperlo fare. Hanno proposto, protestato, discusso, realizzato. Dopo aver patito grandi dolori, hanno impegnato le loro energie per dare un futuro migliore alle loro famiglie e ai loro figli. È necessario mettere insieme le forze. Pensare al domani. Alle piccole cose e alle grandi.

Eventi drammatici come il sisma pongono tutti noi di fronte a una esigente richiesta di moralità.Notizie di inchieste giudiziarie destano comprensibilmente scandalo, ma testimoniano anche la solidità dei presidi di legalità e la loro azione di prevenzione. Vanno tenuti alti i valori dell’etica pubblica e il contrasto a ogni forma di corruzione o di opacità nella gestione delle risorse, vizi che hanno anche l’effetto di deprimere la fiducia e il senso di appartenenza alla comunità.

Il motore della ricostruzione va alimentato con un profondo sentimento di cultura della convivenza e con il rilancio del tessuto economico. Il lavoro – elemento essenziale della libertà e della dignità di ogni persona – va posto in cima a ogni priorità e al centro di ogni programma. Il lavoro è legato allo sviluppo delle attività produttive, alla continuità dei cantieri della ricostruzione, agli investimenti in infrastrutture, scuola, ricerca, alla fiducia che si ripone nei giovani, all’impegno per la legalità. Il lavoro non è soltanto il risultato di una buona azione pubblica e di una vivacità delle imprese private: il lavoro è esso stesso una leva decisiva per la fiducia, la coesione, lo sviluppo.

Nell’area dell’Aquila ci sono grandi centri di ricerca e di eccellenza. C’è una università di grande prestigio. Ci sono produzioni importanti, strategiche per il Paese. C’è una rete di commerci e di servizi, che deve tornare a pieno regime, anzi che può diventare volano di una crescita nuova, di un salto competitivo. I valori della popolazione aquilana ed abruzzese sono emersi ancora una volta. L’Aquila si appresta a vincere questa difficile prova, portando la propria identità e la propria storia in un domani migliore.