1 Novembre 2014 Condividi

L'Aquila, l'Accademia delle belle arti e l'interazione del territorio

12c88f32ddf9401479c033a76f2979b8_L«Per arrivare dal chiaro di luna alla luce elettrica, Fontamara ci aveva messo un centinaio di anni, attraverso l’olio di oliva e il petrolio. Per tornare dalla luce elettrica al chiaro di luna bastò una sera». Una curiosa installazione si nota davanti all’ingresso dell’Accademia di Belle arti. Le parole di Silone e della sua Fontamara che scorrono e sullo sfondo le tettoie dell’istituto. Filamenti elettroluminescenti parlano di un passato che è ancora tutto sulla pelle della nostra gente. I segni del terremoto della Marsica e le contraddizioni della ricostruzione non sono poi tanto diversi da quelli attuali.

Così, l’Accademia di belle arti «riscrive Fontamara» e raccoglie l’invito a interagire col territorio. Un passaggio che, di fatto, segna simbolicamente l’inizio del nuovo corso dell’istituto che, con l’elezione del nuovo direttore – il professore Marco Brandizzi – esce dalla fase di commissariamento e si avvia verso una nuova stagione di lavoro e impegno nei confronti dei suoi studenti. Brandizzi, artista romano classe 1957, è diplomato all’Accademia capitolina. Prende il posto di Giovanna Cassese che, a novembre 2013, arrivò in veste di commissario all’istitutoaquilano, dopo le forti polemiche che avevano contrassegnato le elezioni per il rinnovo dei vertici dell’Accademia.

Il nuovo direttore indica come prioritario non solo approfondire l’offerta formativa, ma anche e soprattutto riconnettere l’istituzione Accademia con il territorio di riferimento, così da rivivificare quel ruolo di «fucina di idee» che questa aveva nei decenni passati. L’istallazione dedicata a Silone, realizzata dal corso di scultura coordinato dal professor Pasquale Pennacchio, rappresenta uno sforzo in tal senso. «Il progetto di rinnovamento dell’Accademia si dividerà in due parti», spiega Brandizzi. «La prima sarà caratterizzata dalla ridefinizione della didattica attraverso l’uso delle nuove tecnologie come il laboratorio 3D (unico nelle Accademie italiane), il rafforzamento delle scuole di grafica, pittura, decorazione, scenografia e restauro, sia nell’assegnazione di spazi adeguati alle esigenze formative, sia nella sperimentazione. Infine, la programmazione di corsi (senza esami) come la scuola libera del nudo e laboratori 3D: questo collegherà in maggior misura l’accademia al territorio». Un percorso di orientamento nuovo avviato comunque dal commissario Cassese.

In questo periodo l’Accademia ha stipulato convenzioni con il Muspac, la Fondazione Premio Michetti, la Galleria nazionale d’arte moderna di Roma, i Musei vaticani e l’Istituto nazionale di grafica. Nell’arco dell’anno sono stati tanti i momenti di apertura all’esterno, a partire dall’inaugurazione dell’anno accademico con Ettore Spalletti. Ci sono stati poi spazi espositivi incentrati sul territorio, come High Altitude, con immagini che raccontano i paesaggi e le bellezze architettoniche del Gran Sasso. «È stato un periodo di grande impegno e lavoro», valuta il presidente Roberto Marotta, «l’Accademia resta un luogo che da sempre fa alta formazione e prepara i giovani ad affrontare la vita professionale con un bagaglio culturale ricco». Il direttore-commissario Cassese giudica importante «aver lavorato in sintonia per ritrovare l’unità dell’intero corpo accademico puntando su progetti ambiziosi. Solo così, parafrasando Marc Augè, possiamo riprenderci il futuro».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

di Fabio Iuliano – fonte il Centro


//