14 Aprile 2014 Condividi

Adolescenti e sesso, tutti i rischi del virtuale

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Realtà virtuale. Quel terreno in cui i comportamenti sessuali si fanno ancora più espliciti, in quanto ci si sente protetti dallo schermo. Ma l’inganno, avvertono gli esperti, sta proprio tutto lì. «È fonte di riflessione», spiega la psicologa abruzzese Karen Cicolini, «la facilità con cui alcune ragazze per farsi accettare nel gruppo acconsentano ad alcuni comportamenti espliciti nella “rete web”: l’aspetto controverso è rappresentato dal fatto che tutto si svolge utilizzando la rete e, quindi, hanno la percezione di non avere nessun tipo di contatto reale. Raccontano di sé, dicendo di sentirsi tutto sommato protetti, di non compiere atti sessuali reali in questo modo perché non esiste un reale contatto fra i corpi e sentono di non correre pericoli. Ma il pericolo non può essere rappresentato solo dal contatto fisico, i comportamenti virtuali di questo tipo espongono i ragazzi a una grande sofferenza psichica, silente e insidiosa che a volte si rivela solo in seguito. Le tematiche sessuali vengono usate come strumento per entrare in rapporto con l’altro, ma in realtà si rischia così di perdersi in atmosfere tristi e privi di relazione».

CATENE VIRTUALI. È forse questo il pericolo principale di tanti canali di condivisione, sul web o attraverso lo smartphone, oltre al fatto che consentono una facile divulgazione di materiale esplicito. Un esempio relativamente recente è il caso sollevato dopo le denunce presentate a Teramo per le foto diffuse da adolescenti sul social Ask for me. Una piattaforma di condivisione apparentemente “innocua”, in cui i ragazzi vengono invitati a rispondere a delle domande personali. Tuttavia, il fatto di poter interagire nel più completo anonimato, sembra quasi spingere i teenager a inviare contenuti osè. Ci si cela dietro un nickname, ma non si è mai veramente anonimi. Altro nome da tenere sotto controllo – mettendosi dalla parte di un genitore che controlla la cronologia del proprio figlio (in questo caso solo nel motore di ricercadello smartphone perché non esiste versione per pc) – è Kik Messenger. All’apparenza è un incrocio tra Instagram, Pinterest e Twitter, e quindi un mezzo che permette rispettivamente di condividere velocemente instantanee, link e impressioni.

Salta subito all’occhio, però, la presenza di tante immagini hot. Un fenomeno da considerare anche alla luce della fuga da Facebook soprattutto di utenti di giovane età. Leggendo del social sui vari forum si apprende cheKik, a dispetto del nome, ha veramente poco a che vedere con lo sport. È piuttosto un mezzo che permette di costruirsi un’identità fittizia (fake) in pochi istanti. Per questo motivo, può anche venire utilizzato come occasione per organizzare incontri al buio. E questo, tutto a dispetto della prerogativa dei social network che è quella di favorire l’incontro di persone, preservando però l’integrità dei minori e impedendo la presenza di false identità. E cosa succede quando foto e video circolano sulla rete? Indagini sulla divulgazione di materiale pedopornografico nella Marsica sono un campanello d’allarme. Anche all’Aquila, alcune scuole medie non sono indenni da questo fenomeno. Le prime avvisaglie partono addirittura dalle primarie.

di Fabio Iuliano – Fonte il Centro