17 Novembre 2009 Condividi

Blackout lascia 100 milioni di brasiliani al bui

Ancora incerta la causa dell’incidente, per americani sono hacker

SAN PAOLO – E’ ancora incerta la causa del gigantesco blackout che ha lasciato al buio per tre ore la scorsa notte 100 milioni di brasiliani, più di un terzo della popolazione in 18 stati del paese, fra i quali quelli di Rio de Janeiro e San Paolo. Si dice che l”incidente sia stato causato da un guasto alla rete di trasmissione nei pressi della centrale idroelettrica di Itaipù, la seconda al mondo. Ma i giornali americani suggeriscono che a monte dell’incredibile incidente ci potrebbero essere degli hacker. Il blackout è cominciato alle 22:12 locali, l’1:12 in Italia.

La causa non è ancora chiara: secondo il ministro brasiliano dell’Energia, Edson Lobao, “problemi atmosferici, una forte tempesta, possono aver causato l’interruzione delle linee di trasmissione da Itaipù”. Il guasto si è propagato all’intera rete e ha superato il confine nazionale, provocando un blackout di mezz’ora anche in Paraguay. La centrale idroelettrica di Itaipù in sé non ha minimamente risentito del blackout, ma per la prima volta da quando è stata costruita nel 1984 i tecnici hanno deciso di fermarne il funzionamento per alcune ore perché le turbine giravano a vuoto, incapaci di trasmettere l’energia prodotta. Tre incidenti simultanei alle linee di trasmissione (secondo la spiegazione fornita dal governo brasiliano) avevano infatti interrotto la diffusione dell’alta tensione e non permettevano che l’energia prodotta dalla centrale fosse avviata verso i 18 stati brasiliani che ne dipendono. A Rio e a San Paolo la gente è rimasta bloccata sui treni e sulle metropolitane, è scesa dai convogli e camminando sui binari ha raggiunto le stazioni. Per le strade, illuminate solo dai fari delle auto, e con i semafori spenti il traffico è diventato caotico. Milioni di persone delle grandi città hanno trascorso la notte preoccupate della violenza che si poteva annidare nell’oscurità. I pompieri hanno ricevuto decine di richieste d’aiuto di persone bloccate negli ascensori. Solo dopo circa tre ore, dopo l’una di notte, il blocco è stato eliminato e la luce ha cominciato a tornare. Ma il caos maggiore si è verificato oggi. Nella sola San Paolo, milioni di persone si sono alzate stamattina senz’acqua per lavarsi o fare il caffé. Durante tutta la mattinata, telefoni e cellulari hanno funzionato a singhiozzo, così come i servizi web. Le banche – fortemente informatizzate in Brasile – hanno funzionato a rilento, e lunghe file si sono formate all’esterno delle agenzie bancarie, delle poste e di molti altri servizi pubblici. Molte scuole hanno reso facoltative le classi o hanno deciso addirittura di riaprire solo domani. Hanno ripreso invece ovunque a funzionare normalmente i semafori, ma le autorità hanno sospeso per oggi il sistema di targhe alterne a San Paolo, e così si è verificato un gigantesco ingorgo per eccesso di auto, anche perché molta gente aveva paura di prendere la metropolitana ed è andata al lavoro in macchina. Esperti internazionali mettono in dubbio le affermazioni delle autorità brasiliane, secondo le quali il blackout sarebbe dovuto a forti tempeste tropicali o a fulmini caduti sulle centrali di smistamento dell’alta tensione. “In realtà soltanto uragani, trombe d’aria, terremoti, aerei che precipitano o altri incidenti estremamente gravi e altamente improbabili, soprattutto in Brasile, non sono previsti nei piani di sicurezza delle centrali elettriche e della rete di distribuzione – spiega Ildo Sauer, professore di elettrotecnica dell’Università di San Paolo -. Semplici fulmini non spiegano certo un blackout, il sistema è progettato per rimanere stabile anche con forti perturbazioni climatiche”.