17 Ottobre 2009 Condividi

A Bazzano ditta legata alla mafia

di Giampiero Giancarli (fonte: www.ilcentro.it)

I subappalti in odore di mafia nel mirino della magistratura. Al punto che la Direzione investigativa nazionale vuole passarli tutti al setaccio. Intanto sono stati secretati gli atti della commissione antimafia che si è riunita all’Aquila, segno che l’a llarme è forte.

ATTI SECRETATI. L’importante annuncio è stato dato ieri dal pm antimafia, Alfredo Rossini, ma questa ipotesi era già ventilata durante i lavori della commissione parlamentare di due giorni fa. IL RAGGIRO. Gli investigatori temono che le imprese mafiose aggirino le verifiche puntando sui subappalti. Infatti, nonostante gli sbarramenti, una società riconducibile alla famiglia mafiosa capeggiata dai fratelli Rinzivillo», la Igc (Impresa generale costruzioni) di Gela, ha ottenuto lavori nel cantiere di Bazzano. La ditta ora è stata denunciata dalla Dia nazionale alla procura aquilana per scoprire come sia riuscita a ottenere gli incarichi. Non si tratta di un fatto nuovo visto che «Il Centro» un mese fa riferì di questa impresa che era nel mirino della prefettura. I magistrati dovranno stabilire come sia possibile che la Igc abbia ottenuto la certificazione di idoneità. In realtà la Igc di Gela non ha partecipato alla gara principale, ma si è concentrata sui subappalti. E a quanto pare alla ditta di Gela non mancava certo il lavoro. Le verifiche hanno portato alla scoperta che la Igc ha partecipato alla realizzazione della metropolitana «M5» di Milano, della Tav nella tratta Parma-Reggio Emilia e di due gallerie dell’autostrada Catania-Siracusa. La capofila per la costruzione delle nuove abitazioni a Bazzano è la Edimal (una Ati tra Edimo dell’Aquila e la romana Maltauro) che si aggiudicata lavori per 54 milioni di euro nel Progetto Case, affidando poi opere a imprese minori per 21 milioni. La ditta di Gela ha ottenuto un subappalto per 159mila euro. Ma come è stata scelta questa ditta? «L’impresa Igc di Gela», spiegano i responsabili della Edimo, «che per la prima volta opera per il nostro gruppo e che è una delle pochissime prese fuori dal territorio regionale, nella trattativa per l’aggiudicazione del piccolo subappalto, è risultata essere quella che nel rapporto tra qualità, prezzo e tempi dava maggiori garanzie». Oltre alla impresa di Gela è stata esclusa anche un’altra ditta. IL PREFETTO. In relazione alla ipotesi della estromissione anche delle ditte capofila il prefetto, Franco Gabrielli, non ha voluto fare commenti. Ma ha anche precisato che ha chiesto e ottenuto maggiori forze di polizia per contrastare il fenomeno aggiungendo che i controlli funzionano e che la percentuale di aziende in odore di mafia è bassa in relazione al numero di quelle operanti. MARONI. L’allarme è comunque alto visto che su pericoli di infiltrazioni mafiose nei cantieri post sisma è intervenuto anche il ministro dell’Interno Roberto Maroni. «Il rischio c’è», ha detto, «per questo abbiamo istituito all’Aquila una sede staccata del Comitato nazionale per il controllo contro le infiltrazioni malavitose nelle opere»